I valori che portiamo, la forza che abbiamo

FERMANO - Indipendentemente dallo svuotamento subito dalle Province negli ultimi anni per effetto della riforma Delrio, quella fermana almeno per il suo immediato futuro una certezza ce l'ha: a guidarla, infatti, sarà una donna. Anzi, una “sindaca”. Numeri alla mano (ma mai dare per scontato nulla in politica...), il nome più probabile sembra essere quello di Moira Canigola, alla guida dell'Amministrazione comunale di Monte Urano, favorita su Maria Federica Paoloni, prima cittadina di Magliano di Tenna. “A prescindere da chi sarà nominata presidente - commenta la stessa Canigola - si tratta di un segnale positivo per la Provincia, un ente che ha un ruolo di coordinamento tra i vari Comuni e ha ancora competenze importanti”.

Definisce, però, “ancora poco consistente” la presenza femminile nelle istituzioni. “Basta fare un raffronto numerico ed emerge chiaramente: quanti sindaci nel Fermano sono donne? Pochissime, rispetto ai 40 Comuni complessivi. Ma questo è comunque un passo in avanti rispetto al recente passato e voglio essere positiva. Occorre che noi donne ci facciamo avanti senza aspettare che qualcuno ci dia spazio o ci faccia da tutor. Ognuna di noi deve essere considerata per i valori che porta, per la forza che mette in ogni ambito e per quanto crede in ciò che fa”.

Numeri a parte, resta complicata la vita dentro le istituzioni. “La ripartizione dei compiti ed i carichi di lavoro normalmente sono a nostro sfavore. E tutti quelli che sono i tempi della politica e delle istituzioni non sono fatti, per così dire, a misura di donna. Occorre lavorare molto per raggiungere i tradizionali obiettivi ma anche quelli di tipo diverso, come una redistribuzione dei tempi e dei ruoli. Quindi, una cultura diversa nell'approccio quotidiano significa fare qualcosa per favorire l'ingresso delle donne”.

Sempre nel distretto calzaturiero, anche Montegranaro è guidato da una donna. Ediana Mancini è approdata in politica in età adulta, con figli grandi e un lavoro che le ha permesso di mettersi in aspettativa. Circostanze che ora le consentono di impegnarsi appieno per il suo paese. “Sono fortunata – dice – perché la mia famiglia ha appoggiato del tutto la mia scelta. Faccio il sindaco a tempo pieno, è un impegno molto gravoso perché la tua riservatezza e la tua vita privata vengono meno. Un eccesso di visibilità che espone soprattutto le donne a critiche pubbliche e invettive personali. In un periodo in cui la politica viene vista come qualcosa di corrotto e inutile, fare il politico è difficile e per una donna lo è ancora di più”. A preoccupare il sindaco è soprattutto lo scarso interesse che le donne di Montegranaro dimostrano per il loro paese. “La partecipazione femminile è scarsa. Si fa molta fatica a coinvolgerle nella vita comunitaria. C’è una sorta di ritrosia culturale che le porta a non voler mettere a disposizione del proprio paese tempo e risorse per migliorarne la qualità della vita”.

Una delle sindache più battagliere è sempre stata Romina Gualtieri, sindaco di Monsampietro Morico. “Da parte mia non c'è una distinzione tanto di genere, quanto di merito. Lo stiamo dimostrando anche nel Fermano, ciascuna con le proprie qualità e competenze, portando avanti egregiamente la nostra attività amministrativa. Saranno poi i cittadini che decideranno se avremo lavorato bene o meno”. E le prove per testare la singole capacità non sono mancate, soprattutto in conseguenza dei recenti e devastanti terremoti. “Da sette anni sono impegnata per il mio Comune e in questa fase la dedizione è pressoché totale: trascorso le mie giornate e le notti al servizio dei cittadini, sotto il profilo del soccorso, della vicinanza, dell'ausilio materiale e non solo. I terremoti che si sono susseguiti hanno disastrano il nostro borgo ma i danni non sono solo materiali. È diventato ancora più necessario associare a passione e determinazione quel senso di umiltà che facilita una vicinanza reale. E la donna rappresenta da sempre proprio questa sensibilità”.

La palla passa a Maria Federica Paoloni, sindaco Magliano: "Non è che cambi molto, essere uomo o donna, la mentalità delle persone è abituata a vedere che numerose donne rivestono compiti amministrativi. Dell'essere donna aiuta il fatto di avere una sensibilità diversa rispetto ad un uomo, che significa avere un'attenzione e un'accuratezza nell'amministrare. Mi sembra anche sbagliato il voler chiamare il sindaco “La sindaca”, sembra voler sottolineare la differenza sul sesso che non è rilevante. Il sindaco donna non è più una novità e piace, crea una sorta di aspettativa nel cittadino e si confida molto nelle capacità femminili. Abbiamo delle marce non dico in più ma diverse che fanno parte della nostra natura e che possono servire alla comunità e penso che i cittadini vogliano questo, cosa che ci stimola a lavorare di più. Nella mia esperienza non ho mai incontrato ostacoli perché sono una donna, ho trovato molto rispetto che mi permette di lavorare con una certa tranquillità. Sicuramente oggi ad un amministratore è richiesto coraggio e tenacia, in un paese grande come in uno piccolo, dove a volte si diventa arbitri".

"Sono in Amministrazione a Grottazzolina più o meno dal '95 come assessore, - dichiara il sindaco della cittadina della media Valtenna Remola Farina - esperienza straordinaria grazie al sindaco che riusciva a coordinare e ad interagire con tutti. Il ruolo di amministratrice è un modo per rimettersi in gioco in continuazione, ogni mattina si è presi da mille problemi di fronte a notevoli difficoltà. Il fatto di essere donna garantisce un certo tipo di rispetto, ho un rapporto straordinario con i miei collaboratori negli uffici, che sono per la maggior parte molto giovani. Ci vuole determinazione, la donna di per sé è in grado di non fermarsi di fronte alle difficoltà per trovare sempre una soluzione, per quanto mi riguarda non mi fermo mai di fronte al primo no, inoltre un problema quando si affronta da sole rischia di cadere nello sconforto, quando lo si affronta con gli altri diventa meno gravoso. Credo nella circolarità, non agisco mai da sola ma non solo con il gruppo della giunta e dei consiglieri c'è un contatto continuo ci incontriamo sistematicamente ma a parte l'incontro che può avvenire ogni due settimane o quando è necessario, ci incontriamo e ci sentiamo e le decisioni sono sempre assolutamente condivise. Anche la Vice è donna - conclude - ci facciamo sentire".

Barbara Toce, divenuta Sindaco di Pedaso dopo due mandati come vice, con molta probabilità riproporrà la sua candidatura alle prossime elezioni amministrative: "Come Sindaco le difficoltà sono state quelle che penso avrebbero potuto incontrare anche gli uomini. Serve tanto tempo a disposizione, competenza, professionalità, una grossa dose di pazienza e anche un po' di sarcasmo. Non mi sono mai sentita in difetto perché ero donna, ho sempre lavorato senza pensare di partire da una posizione svantaggiata. Lavorare nell'amministrazione per una donna è più complicato dal punto di vista familiare, anche se sinceramente negli ultimi anni ci sono stati dei miglioramenti non indifferenti, non da ultimo la legge che ha consentito l'incremento del numero delle donne in Parlamento. Spero che anche la Regione Marche inserisca come promesso, nella nuova legge elettorale regionale, la possibilità della doppia preferenza del voto di genere che potrebbe essere un incentivo alla partecipazione. Per esempio, io sono entrata al Congresso dei poteri locali regionali del Consiglio d'Europa grazie a questo, tutte le delegazioni sono state indotte ad incrementare del 30% la presenza femminile delle proprie delegazioni e questo è quello che ha consentito anche a me di entrare a far parte di questo consesso, un passaggio decisamente importante".

Restiamo in Valdaso, Giusy Scendoni, rieletta quest'anno per la seconda volta sindaco di Ortezzano: "La nostra città è già abituata da anni ad avere un sindaco donna, oltre a due consiglieri regionali donna. Si tratta di un impegno forte, importante, le qualità peculiari della donna servono a gestire meglio la cosa pubblica, l'amministrazione e anche le emergenze perché abbiamo una sensibilità diversa rispetto all'uomo. Devo dire che mi sono sempre sentita rispettata in questo ambiente, mai penalizzata dal mio essere donna. Le qualità che servono? Carattere forte, capacità di mediare, dolcezza quando serve, capacità di ascolto e comprensione e di andare incontro, serve questa miscela. Le quote rosa? Non siamo arrivati però siamo a buon punto, spesso la difficoltà è trovare donne che si vogliano impegnare in politica e mettersi in gioco. Il fatto che queste donne si mettano in gioco e al servizio della comunità vuol dire che anche la mentalità femminile sta cambiando, il fatto che una donna si interessi o meno alla politica è un fatto culturale".

Ultima ma non meno importante Maria Teresa Mircoli, sindaco di Monterubbiano che racconta la sua esperienza personale: "Ho fatto per dieci anni l'insegnante e poi 47 anni di servizio a scuola, dove la differenza di genere non esisteva. Esiste la differenza di testa e di competenza. La stessa cosa è per un Comune. Non vedo la differenza tra persona o cittadino soltanto perché maschio o femmina, la differenza la fa la mente. Quindi essere donna per me non significa niente, come non significa niente essere uomo: la differenza è rilevante a livello personale, nella vita privata. La differenza è quando parliamo di testa e di capacità di capire e di avere competenze. La differenza di genere secondo me non va accentuata, va accentuata quella del capire e del comprendere le diverse competenze. Posso essere una donna competente o una donna incompetente, come posso essere un uomo competente o incompetente. E' questo che fa la differenza e non il genere. Non mi sono mai sentita minore di un uomo, sono contraria a tutta questa voglia di piangersi addosso, io la chiamo una ‘sciapata della modernità’. Oggi insistere sulla differenza di genere significa discriminare cervelli, volontà e competenze. Io ad esempio, di recente sono salita a 31 metri per controllare i lavori di messa in sicurezza della torre civica. Che differenza passa tra me e un uomo?".


Andrea Braconi, Serena Murri e Francesca Pasquali

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