Il sapere e il destino di un Paese. La “cattiva scuola” secondo Maurizio Di Cosmo, segretario della CGIL Fermo

FERMO - Ma quella appena iniziata è una buona o una cattiva scuola? Lapidario Maurizio Di Cosmo, segretario della CGIL Fermo: “Per noi è cattiva”. E le sue motivazioni emergono impetuose, con la consapevolezza di chi, questo settore, lo conosce bene. “Abbiamo notizie dell'esistenza ancora di classi pollaio, c'è un problema di orientamento alla privatizzazione della scuola, soprattutto per questi bonus dati per la frequentazione di scuole private. E poi non ci piace dal punto di vista democratico, della gestione della scuola e del collegamento con la società questo nuovo ruolo dei presidi, che decidono arbitrariamente il destino di tanti insegnanti che, invece, si aspettano di trovare una ragione di vita nel proprio lavoro. Poi c'è la questione della mobilità: nelle Marche faremo il punto tra qualche settimana per capire cosa è successo. Di certo, però, riguardo alle abitudini e allo status lavorativo di persone che hanno messo su famiglia o che si sono create una loro dimensione, pensare di spostarli a centinaia di chilometri non è una bella cosa”.

Bocciati tutti gli elementi contenuti nella riforma: è questo il vostro giudizio? “Secondo noi non daranno risultati apprezzabili dal punto di vista della riqualificazione dell'istruzione in Italia. Restano i problemi e la mancanza di investimenti. Noi ci stiamo dando da fare, ad esempio, per quanto riguarda la ristrutturazione degli edifici con i pochi soldi che i Comuni hanno a disposizione, ma per il resto non c'è assolutamente un cambiamento. C'è una visione dirigistica dell'istruzione che non porterà grandi risultati né a chi ci lavora, insegnanti e personale ATA, né agli studenti e alle loro famiglie”.

E a tutte queste persone che messaggio può arrivare da una rappresentanza sindacale importante come la vostra? “La battaglia per riformare e riqualificare la scuola continua, sui programmi che, ad esempio, la CGIL si è sempre data, perché la scuola è un servizio culturale, sociale ed economico al Paese. Senza l'istruzione l'Italia non può essere in grado di fare grandi passi in avanti. Il sapere è stato sempre e rimarrà sempre determinante per il destino e lo sviluppo di uno Stato”.


Andrea Braconi

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