ORTEZZANO – Un gruppo di amici si ritrova a pranzo. Tra un boccone e l'altro iniziano a parlare di animali, di asini in particolare. Asino uguale somaro, ma l'asino non è un somaro, almeno nell'accezione che gli è stata data. Nasce l'dea: creare una festa per ridare dignità agli asini, animali miti, molto amati soprattutto dai più piccoli. L'idea è maturata e ha dato vita a Somaria, manifestazione che da tre anni si tiene a Ortezzano, nel podere della famiglia Tuzi.
"E' stata un'idea folle – dice Carlo Pagliacci, uno degli organizzatori – non per la scelta dell'asino come protagonista della manifestazione, ma perché, fin dalla prima edizione è stata organizzata praticamente senza contributi, ma solo grazie all'aiuto di qualche sponsor". "All'asino – continua – è stata affibbiata questa connotazione negativa che contraddistingue le persone di poca qualità. Noi non siamo d'accordo e abbiamo deciso di riportare alla luce il valore degli asini, che non sono affatto animali stupidi, ma anzi riflessivi, meno impulsivi dei cavalli e quindi più gestibili. Negli ultimi anni, infatti, c'è stata una riscoperta di questo animale, con una grande ripresa degli allevamenti e di un suo utilizzo per fini riabilitativi, come nell'onoterapia".
"Il mantra che abbiamo sposato – spiega Pagliacci – è 'osservare, ascoltare, riflettere e parlare', perciò la festa darà ampio spazio ad eventi che aiutano a guardarsi dentro e a mettersi in relazione con gli altri. Quest'anno, dal 17 al 19 luglio, oltre ai laboratori per bambini, all'osservazione del cielo e all’ascolto dei suoni della natura, saranno diverse le iniziative decisamente singolari che si potranno vivere a Somaria. A partire dalla collaborazione con 'Asino che non legge', l'iniziativa della Compagnia delle Rane di Oberdan Cesanelli che invita alla lettura e all'ascolto. Esperienza sui generis sarà quella della trazione degli animali, organizzata in collaborazione con l'associazione At-trazione animale, che darà la possibilità di sperimentare sul campo il traino dell'aratro da parte dei buoi, pratica ormai desueta e superata. E poi la mungitura delle mucche, la raccolta delle uova nel pollaio, il volo dei falchi, il mercato dei semi, il kalaha, torneo di gioco della semina che deriva da un gioco di origine asiatica e africana. Particolarmente suggestivo sarà il momento in cui seppelliremo una capsula del tempo: insieme al Comune di Ortezzano abbiamo infatti deciso di interrare una capsula che sarà aperta tra trent'anni; all'interno metteremo i pensieri delle persone, una bottiglia di vino rosso, un paio di scarpe e dell'altro. Ci auguriamo che, nel 2045, quando la capsula sarà disseppelita, saranno presenti anche le persone che assisteranno alla sepoltura".
Somaria si inserisce in un filone di iniziative che invitano i partecipanti a riappropriarsi del proprio tempo. "Con l'assessoere Trasatti – dice Pagliacci – avevano parlato di organizzare un festival della lentezza a Fermo. Penso che a questa città manchi un festival che la caratterizzi e che Fermo possa riscoprire un valore dal suo nome. Un festival della lentezza, intesa come valore, come riflessione, capacità di ascolto e narrazione ma anche di confronto, e che non sia vittima dei tempi accelerati di oggi. Il tema della lentezza ha tante declinazioni: dallo slow food al lento fumo, dalla musica al tai chi, dalle pratiche orientali ai massaggi, dalla narrazione alla lavorazione del pane: ci sono tante attività che richiedono il giusto tempo per essere eseguite. E' questa l'idea che sottende a Somaria".
Francesca Pasquali
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