Coldiretti: più vicini (e più risorse) alle nostre aziende

FERMANO - Un'analisi circostanziata dello stato del comparto agricolo richiederebbe tempi molto più lunghi di un'intervista. Perché le problematiche sono tante e perché le urgenze si sommano ad altre urgenze. È diretto Paolo Mazzoni, presidente della Coldiretti Ascoli Fermo, nello spiegare gli effetti di un'annata particolare e fortemente complessa. “Il clima di questo 2016 non ha favorito le produzioni ed è stato speso di più. Inoltre, si è aggiunto a questo il discorso dei prezzi, che sono ai minimi storici soprattutto per grano, latte e altre materie prime. Tutto questo è sottopagato, sotto i costi di produzione e porta le aziende a soffrire. Da noi c'è sì tanta vendita diretta, ma i numeri li fa chi produce materia prima. E sui prezzi che non vengono fatti dalle aziende, come ad esempio il grano, se te lo pagano 16 euro cosa vuoi fare?”.

Come Coldiretti che tipo di iniziative avete intrapreso per far fronte a questa situazione? “Coldiretti ha continuato e continua la sua battaglia sull'etichettatura obbligatoria per il grano, considerando che questa situazione dei prezzi è legata alla grande quantità di materia che proviene dall'estero. In sostanza, il prezzo non si fa più qui, non lo fa la borsa merci di Bologna ma quella di Detroit. Ma nel pacchetto complessivo il consumatore non riesce a capire se quella pasta viene fatta con grano canadese, italiano o magari di Chernobyl. Quindi, ci muoviamo esattamente come abbiamo fatto per il latte e per l'olio d'oliva, e ci sono buone prospettive che l'Europa riconosca quanto stiamo chiedendo. Il Ministro Martina è stato sollecitato e ha già messo disposizione circa 50 milioni, che sono pochi ma che sono comunque un inizio, destinati alla cerealicoltura italiana per aprire un tavolo di confronto e come ulteriore aiuto alle aziende”.

In un'annata così complicata, per la nostra area montana è arrivata anche la catastrofe legata al terremoto. Su questo avete fatto un lavoro molto intenso e costante sin dalle ore successive al sisma. “L'impegno della Coldiretti per quelle aree era partito già prima, indipendentemente dal dramma che c'è stato. Le risorse del PSR che la Regione ha dato, infatti, avevano una priorità per quella zona”.

E oggi cosa chiedete? “Che i soldi per sistemare non devono essere presi dal plafond che c'era prima, comunque già pochi e già destinati. Servono invece misure alternative e serve magari utilizzare fondi di altre Regioni che non vengono spesi. Serve soprattutto togliere quei centomila cavilli che ci sono, magari senza graduatoria o con una a parte, e serve far sistemare le strutture a chi ha subito danni. Aggiungo però che quello che abbiamo visto recandoci in zona è che le stalle non sono crollate perché non c'erano già più. Invece, ci sono giovani che vogliono investire in questo ambito e allora dobbiamo aiutarli, semplificando al massimo l'utilizzo delle risorse perché hanno bisogno, più di altri, di liquidità”.


Andrea Braconi

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