Quando le mappe non bastano. I sentieri tracciati da Oscar Stabile e le lacune del nostro territorio

FERMANO - Dal 2007 è guida nazionale di mountain bike, un riconoscimento rilasciato dall'Accademia nazionale di Mountain Bike. Collabora da anni con gruppi esistenti, come Fuori di Sella di Cupra Marittima, e si muove spesso come accompagnatore, prevalentemente tra il Tenna e il Tesino, un'area che tra mare e collina ha mappato quasi completamente con il suo Gps. Ma non disdegna i Sibillini, dove ogni tanto fugge per liberare la mente.

Il legame tra il fermano Oscar Stabile e le sue bici (siano anche quelle da strada) è talmente viscerale che non passa giorno senza un'uscita sulle due ruote. Come hai mappato questa zona? “Con una ricerca attraverso cartografie militari, anche se spesso sono datate e c'è un cambiamento dei tracciati. Una volta individuato il percorso ottimale, l'ho cartografato con un Gps creando una traccia direttamente su Google. Sono vari i formati ma esistono convertitori per modificarli per l'utilizzo su un sistema piuttosto che su un altro”.

Proviamo a quantificare il lavoro fatto. “Sono sentieri che vanno dai 20 ai 60 chilometri e, anche se non ho mai fatto un calcolo, credo che approssimativamente si tratti di circa un migliaio di chilometri. Considera che nella nostra zona i tracciati si intersecano, ne sfrutti uno per fare una variazione. Andare a cercare un percorso significa perdere un sacco del tempo, perché occorre appurare oggettivamente se questo è fattibile o meno. Molti di questi variano, ci sono tratti mangiati durante il periodo di lavorazione della terra, altri dove la poca manutenzione influisce: magari passi una volta e un mese dopo non riesci più”.

La sensazione è che questo territorio abbia un potenziale inespresso. “La forza del cicloturismo è nella varietà delle proposte, nella quantità delle opportunità. Se un austriaco si mette in rete a cercare Fermano / Bicicletta non trova praticamente nulla. Sul Trentino, invece, fatte le dovute proporzioni, ti esce una varietà di proposte talmente ampia che non vai a cercare il Fermano. Cerchi una zona strutturata, con percorsi di vario tipo, con pacchetti già precostituiti. Qui da noi il cicloturismo può essere fatto solo d'appoggio a strutture ricettive quando uno è in vacanza. Non c'è la possibilità di fare settimane intere dedicate, a meno che non si pianifichi in maniera specifica”.

Un'analisi finale sullo stato della ciclabilità locale. “Quello di strada, il più in voga, è molto a rischio. Ci sono altimetrie sempre abbastanza impegnative, lungo strade di grande percorrenza, soprattutto vallive, una più pericolosa dell'altra. Da questo punto di vista siamo parecchio in difficoltà, manca la sicurezza. Immaginiamo una famiglia olandese con il classico carrettino con il figlio dietro: vai a metterti lungo la Valdaso con macchine che passano a velocità elevatissime! E poi non c'è una ciclabile completa neanche a Porto San Giorgio. Quindi, abbiamo detto tutto”.


Andrea Braconi

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