Alberto Gobbi, un campione su due ruote

CICLISMO - Mai facile vincere una corsa. Ancora di più quando questa è di ciclocross, con i funamboli fuoristrada costretti al rigore del freddo, prima ancora che all’appesantimento delle ruote infangate sulle quali affrontare ripetuti saliscendi ghiacciati e innevati. Sforzo doppio, almeno. Ma è in questi contesti che Alberto Gobbi (nerobianco dell’Abitacolo Sport Club di Rapagnano) si esalta, aggiudicandosi il prestigioso 5° Trofeo Americo Severini, chiudendo in solitudine e collezionando l’ennesimo titolo.

“E’ sempre dura – ha ammesso lo stesso Gobbi, recente vincitore anche del titolo italiano – e stavolta lo è stata sin dalle prime battute. Il toscano Baschieri è partito forte, distaccandomi, poiché soffro un po’ le partenze veloci. Sul fango però vado in recupero e dopo una ventina di curve sono stato bravo a rientrare su di lui. Poi break al terzo giro, piccolo vantaggio e arrivo in solitudine. Bene così”.

C’è stato un momento durante il quale ha pensato di non farcela? “Come dicevo, alla partenza ho temuto di accumulare un ritardo eccessivo. Erano partiti tutti molto velocemente e avevo accusato il colpo. Poi, arrivata la parte tecnica della competizione (quella dove ci si cimenta nel fango, ndr) tutto ha cominciato ad andare per il meglio”.

Adesso? “Come società cercheremo di organizzare nuove competizioni e a mantenere questa maglia di campione italiano recentemente conquistata sino a gennaio 2018 quando, molto probabilmente a Forlì, correrò da campione uscente. Nel frattempo, c’è in programma la gara di Valmir e diverse Gran Fondo”.

Ma in questi giorni il movimento ciclistico fermano ha fatto registrare anche un altro importante successo, stavolta sul piano organizzativo. Domenica 12 marzo infatti, andrà in scena la Rieti – Fermo, quinta tappa (sulle sette complessive: ultima corsa due giorni più avanti a San Benedetto del Tronto) della storica e sempre spettacolare Tirreno – Adriatico, giunta alla sua 52^ edizione. Nelle parole del primo cittadino fermano, Paolo Calcinaro, la grande soddisfazione per l’assegnazione di una tappa che gli addetti ai lavori definiscono come altamente spettacolare e, con ogni probabilità, fondamentale al fine della classifica. “Dovremo essere in grado di sfruttare questa prestigiosa vetrina – ha dichiarato il sindaco, ben sapendo che, da tutto il mondo, saranno 170 i paesi collegati via tv per non perdersi la classica corsa dei due mari – e mostrare a tutto il mondo la bellezza di un territorio che non si arrende alla drammaticità degli eventi che lo stanno tempestando”.

Centottanta i corridori iscritti, in rappresentanza di 23 squadre al via. Una volta giunti nel territorio riconducibile alla quinta provincia delle Marche, dovranno – per due volte – affrontare un circuito che interesserà alcuni celeberrimi “muri” che, con oltre il 10% di pendenza e uniti alla suggestiva cornice di arrivo della carovana che taglierà il traguardo sul piazzale del Girfalco, garantiranno alla tappa quel coefficiente di difficoltà aggiuntivo in grado di conferire una ancora maggiore spettacolarità all’evento. Il tutto, proprio mentre in questi giorni inizia a prendere corpo l’ambizioso progetto di riproporre il Giro delle Marche, gara professionistica che negli anni ‘70 (nove edizioni dal 1968 al 1976) era inserita puntualmente nel calendario dell’Unione Ciclistica Internazionale.


Uberto Frenquellucci

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