Mangiare bene per vivere meglio. La guida di Slow Food per fare le spesa

PORTO SANT'ELPIDIO - Attenzione al cibo ma anche a chi lo produce. Prendersi il tempo necessario per informarsi e fare le giuste scelte. Pensare al cibo, parlare di cibo, divertirsi con il cibo. Sono questi, in estrema sintesi, i capisaldi di “Fare la spesa con Slow Food”, la guida che, dopo gli appuntamenti del 19 e 25 luglio, sarà presentata l'1 e l'8 agosto al Diamante di Porto Sant'Elpidio. Realizzata da Slow Food, la guida propone una panoramica delle migliori aziende agroalimentari italiane.

“E' una sorta di elenco delle eccellenze territoriali basato su un disciplinare molto restrittivo”, spiega il presidente di Slow Food Marche Ugo Pazzi. “Ovviamente - continua - non tutte le aziende sono presenti nella guida, ma solo quelle che riteniamo più artigianali e di maggiore qualità, intesa come bontà dei prodotti, sostenibilità ambientale, dei metodi produttivi e dell'etica e della dimensione locale”.

Attenzione alla filiera corta, insomma. "Filiera corta è una definizione che ha subito varie evoluzioni. E' giusto che chi produce in un territorio abbia la possibilità di portare i propri prodotti ovunque, però, a nostro avviso, è meglio se questi prodotti vengono consumati 'in loco'. E questa non è una responsabilità solo del produttore, ma anche del consumatore”.

Una guida per districarsi nei meandri delle produzioni alimentari? “Una guida, cartacea per giunta - in un momento in cui il digitale sta prendendo il sopravvento - perché ci siamo resi conto che le guide cartacee hanno ancora un senso. Come Slow Food, da 25 anni stampiano la guida 'Osterie d'Italia', una guida più viva che mai, in cui selezioniamo le migliori osterie. Le guide hanno ancora un valore perché mantengono vivo il rapporto con la tradizione”.

Per fare una buona spesa quali consigli bisogna seguire? “Leggere l'etichetta, visitare l'azienda produttrice, valutarla per come si presenta, per le certificazioni che ha e per l'impegno che il produttore mette nel suo lavoro, aspetto, quest'ultimo, spesso sottovalutato. Il controllo dei consumatori è importante, è un controllo sociale: quando un produttore sceglie una scorciatoia, i locali prima o poi lo vengono a sapere; i turisti no, per questo è importante che intorno al cibo ci sia una sorta di comunità attenta alla sua cultura e alla sua cura”.

Parole suggestive e azioni che però richiedono tempo e che non tutti oggi riescono a conciliare con i frenetici ritmi i vita. C'è una soluzione? “Bisogna fare una scelta, un investimento in cultura alimentare, per così dire, che è quella che ci apparteneva in passato e che oggi non ci appartiene più. E' una questione di priorità: buon cibo significa buoni rapporti sociali, buona salute, divertimento e piacere; tutte cose che solo il cibo può dare”.

La guida può essere acquistata durante le presentazioni, in libreria o su www.slowfood.it.

Francesca Pasquali

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