Dieci anni nel territorio e per il territorio. Circuito delle Cucine Tipiche Locali - Chi Mangia la Foglia!, facciamo il punto

FERMANO - Compie dieci anni il Circuito delle Cucine Tipiche Locali, un progetto sostenuto dall’Associazione Chi Mangia la Foglia che ha l’obiettivo di riscoprire antiche tradizioni, produzioni, consuetudini dimenticate, riportando alla luce ricette della cucina popolare, valorizzando al contempo, l’estro creativo dei nostri cuochi, espressione di un sapere antico e di identità culturali fortemente legate al territorio, senza dimenticare obiettivi come un lavoro sinergico e la promozione in rete.

“Il Circuito spegne dieci candeline (che si leggono dodici), è il raggiungimento di un’idea, di una scommessa" spiega il coordinatore Noris Rocchi. "La parte iniziale implicava la messa in rete degli agriturismi nascenti, delle aziende attive all’epoca dello sviluppo della filiera corta. L’inizio è nel 2004 come la prima esperienza in ristorante: la domanda era se il mondo delle erbe poteva essere esportato nella ristorazione e quale impatto avesse avuto nella clientela.

"Siamo partiti con il supporto della sola provincia di Ascoli (allora quella di Fermo non esisteva ancora) con una serie di iniziative che si collocavano nelle varie aree del territorio. L’idea trainante ha riguardato il circuito delle erbe spontanee, elemento portante degli altri quattro circuiti: del Mare, della Montagna, degli Orti, della Storia dell’arte e del gusto che riassumono le caratteristiche del nostro territorio. Nel tempo il progetto ha assunto ancor maggior valore con la creazione delle due province, e la partecipazione attiva di oltre 20 comuni ogni anno, primo e unico esempio a livello nazionale di collaborazione con caratteristiche interprovinciali”.

Rocchi fornisce dati interessanti: “In questo decennio abbiamo avuto una media annua di oltre 100 manifestazioni che spaziano dalla gastronomia all’arte, alla musica, alle passeggiate didattiche, incontri di rappresentanza, promozioni, alla letteratura, ai corsi conoscitivi, alla formazione alimentare dei giovani, ecc. con un giro di persone e di promozione enorme. Tante le uscite in diverse città. Per la parte economica, sottostimando al 50% circa la spesa di tutti coloro che hanno partecipato agli incontri degustativi e promozionali e per qualsiasi evento dei circuiti: si raggiunge una cifra movimentata, con relativa ricaduta economica per le attività del territorio molto elevata che superato ampiamente ogni più ottimistica aspettativa come si è visto dalle slide nell’esposizione economica proposta al Diamond Center nel corso della festa del decennale. Movimentazione economica di tutto rispetto considerando che l’investimento non supera il 10% di quanto ha prodotto".

“Oggi il circuito ha raggiunto le proprie finalità – prosegue Rocchi – si è creata nel tempo una nuova sensibilità di lavoro in sinergia anche tra le istituzioni (ricordiamo che sono oltre trenta i comuni delle due province che hanno orbitato all’interno dei circuito negli anni), stima reciproca, collaborazione e visione d’insieme che tende ad inglobare l’intero territorio con benefici comuni. E proprio su questa linea oggi c’è l’opportunità data dal fatto che i comuni si possono unire beneficiando di un ritorno economico molto elevato, frutto in parte dell’abbattimento di costi di gestione e, soprattutto, dei sostegni pubblici di natura nazionale ed europea”.

Altri obiettivi raggiunti? “Il più importante è sicuramente quello di essere riusciti a far collaborare amministrazioni, attività commerciali di vario genere ed interesse, entità culturali, intorno ad un unico progetto per così tanti anni. Dimostrando che ciò è possibile andando oltre l’affiorante individualismo. E poi sono stati ideati e realizzati da chi Mangia la Foglia i corsi di riconoscimento delle erbe spontanee, preservando la nostra memoria, coinvolgendo centinaia di persone appassionate alla tutela del territorio e alla conoscenza botanico delle varie piante, con risvolti non solo gastronomici ma anche officinali, cosmetici… Abbiamo anche organizzato i corsi per la gestione dell’orto, a partire dalla tradizione, seguendo le evoluzioni della modernità (orto in balcone, orto multifunzionale…), con una spiccata attenzione alla stagionalità ed in particolare alla funzione sociale degli orti. Ricordo poi la creazione dell’Unione Cuochi Chi Mangia la Foglia, frutto dell’iterazione tra chi svolge la stessa attività. Cuochi che si riuniscono nel momento della promozione delle peculiarità locali attraverso la proposta gastronomica.

Sono nati così tanti nuovi piatti, frutto dell’attenzione e della riscoperta della tradizione unite al lavoro di innovazione sia gastronomica che culturale. Questo perché sono convinto che l’innovazione di oggi potrebbe essere la tradizione di domani. Dinamismo, genialità ed evoluzione portano dunque all’elaborazione di tanti nuovi piatti, la novità di oggi, basata sulle solide radici della tradizione, potrebbe essere a sua volta un ulteriore identità tradizionale (cito ad esempio le piatti di mare in abbinamento con le taccole, “le donzellette”, una sorta di polpettine di erbe, “i dolci petritolini”, i gelati aromatizzati alla lippia, alla salvia o alle spezie, piatti particolari con oliva sargano fermano o tenera ascolana, ecc.).

Altro obiettivo raggiunto: il recupero di prodotti e sementi; esempio lampante è la taccola di Massignano che rischiava di scomparire e che è stata recuperata ultimamente con un evoluzione di mercato piùche quintuplicato. Infine vorrei sottolineare una ulteriore l’evoluzione che mi piacerebbe definire “Le De.c.o. ultima frontiera” Proprio nella scia di quanto detto in precedenza, nel dover guardare avanti. Dando titolo e merito a Luigi Veronelli promulgatore della De.c.o. (denominazione comunale di origine) di questo riconoscimento in dotazione ai Comuni, si aprono nuove opportunità in un progetto di grandi potenzialità. Le DE.C.O. Una sfida identitaria per ogni territorio comunale; il Comune può veicolare fortemente la propria immagine sui propri prodotti, l’artigianato, la gastronomia, le ricorrenze, ecc. con un ritorno turistico di grande rilievo e visibilità territorial-comunale supportato da un maggior sviluppo economico”.


Alessandro Sabbatini

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