Una città pronta a cambiare. A colloquio con il nuovo sindaco Paolo Calcinaro

di Andrea Braconi


FERMO - Le parole chiave della vittoria? Tutte quelle che non ha detto, il non aver usato alcuna iperbole, l’essere stato concreto, il non aver raccontato esagerazioni, il non aver fatto una campagna contro altri candidati, l’aver affrontato i temi che erano sentiti dalla gente. E così in tanti hanno riconosciuto in Paolo Calcinaro e nei candidati delle liste Piazza Pulita e Il Centro una capacità di coinvolgimento che a Fermo mancava, soprattutto dopo la traumatica parentesi dell’Amministrazione Brambatti. Calcinaro, passata la festa del 14 giugno quanto e come è cambiata la vita? “Il 14 giugno in piazza, oltre qualche sorriso, non ho usato espressioni di gioia perché sin da subito immaginavo il peso e la difficoltà del giorno dopo. E’ cambiata la vita nel senso che adesso sono in un tritacarne, ma spero che sia legato soprattutto ai primi tempi… E’ veramente tosta, ma mi tira molto sù la possibilità di incidere sulla vita della mia città, questo sì”.

Le priorità programmatiche? “Innanzitutto, abbiamo detto che occorre dare un segnale di ritocco al ribasso della TARI. Altra priorità è di dare un assetto alla macchina comunale, oggetto di 32 prepensionamenti, con la perdita di molti dirigenti; un assetto che possa ridare maggiore competitività all’intera struttura. Poi vengono le partecipate, altro nodo cruciale. Penso ai rifiuti, al partire con una differente visione sulla raccolta, con il porta a porta che ci aveva portato ad avere costi esorbitanti. Poi altre piccole azioni che siano coerenti con lo spirito di vicinanza alla gente: un piccolo segnale è stato quello di togliere la cauzione sui palchi”.

Avete posto grande attenzione sui servizi socio-sanitari. “Sì, ci troviamo in una fase emergenziale con la Legge 18 che al momento non è finanziata dalla Regione. Dobbiamo cercare di coprire questo buco, non volendo assolutamente far scendere la qualità dei servizi. Poi occorrerà intervenire su altri fronti legislativi, come sulla compartecipazione delle famiglie a vari servizi legati alla disabilità. Sono scelte che non dipendono dall’Amministrazione comunale ma sulle quali abbiamo il dovere di intervenire”.

E’ finalmente arrivato per Fermo il momento di ritagliarsi un ruolo turistico/culturale d’eccellenza attraverso una programmazione ben definita e, soprattutto, di lungo periodo? “Hai ragione, occorre dare un brand alla nostra Fermo attraverso manifestazioni specifiche. Su questo mi fido dell’Assessore Trasatti. Avevamo un’idea sul mapping, come già fatto durante un Capodanno in piazza. Le caratteristiche del nostro centro storico permettono di investire su questo fronte, potrebbe essere un appuntamento fisso diventando un punto di riferimento nazionale, e non solo, ed incrementando così il flusso turistico. Lo stesso ragionamento potremmo farlo sullo sport, dove abbiamo una manifestazione come il Torneo di Minibasket che porta turismo nazionale ed estero. Tutto questo va ampliato: da metà giugno a metà luglio potrebbe essere la stagione dei tornei giovanili nei vari sport e la stessa cosa potrebbe essere fatta con il ciclismo, ad esempio in sinergia con altri Comuni come quello di Porto Sant’Elpidio, che in questo è maestra”.

Altro passaggio cruciale: il rapporto della città capoluogo con il territorio. “Abbiamo una grandissima chance. Nelle città principali del territorio ci sono sindaci con una certa uniformità di storia, di provenienza, alcuni slegati dai partiti, e potrebbe esserci una possibile convergenza di vedute in tanti percorsi. Per quanto ci riguarda, facendo un solo esempio, metteremo nel piano delle opere pubbliche la realizzazione del ponte tra Marina Palmense e Porto San Giorgio, un’opera che vogliamo fare proprio come segno di confronto con il territorio. Perché Fermo, a volte, può anche fare un passo indietro: questo è ciò che nel tempo l’ha danneggiata, il fatto di voler fare la prima della classe su presupposti teorici e non pratici. Ma Fermo ha bisogno anche di maggiore umiltà per diventare il traino dell’intero territorio”.

Ultima domanda: dopo gli AC/DC ad Imola il 9 luglio, quale sarà il prossimo concerto al quale assisterai? “Il prossimo speriamo di farlo a Fermo! Non gli AC/DC, purtroppo, ma uno che possa piacermi sì!”.

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