Di Sergio Soldani Riccardo si trovava davanti al suo mare invernale della cittadina dove cinquant’anni prima era nato, Porto San Giorgio. Era uno dei tanti che amavano andare in spiaggia, d’inverno, ammesso che non piovesse, ma aveva piovuto il giorno prima e il sole della mattina asciugò sufficientemente quella sabbia che gli ricordava i divertimenti spensierati della sua infanzia con mamma Domizia e zia Clarice.
Erano circa le quindici e trenta del pomeriggio e c’era ancora una bella luce a far distinguere i colori della tavola d’acqua quasi gelata e tutto ciò si potesse scorgere all’orizzonte. Da dieci anni che non risiedeva nelle Marche, si era trasferito a Rimini dove aveva incontrato Claudia, della quale si innamorò con un colpo di fulmine e la sposò. Non aveva visto nessuno fino a quel momento, pensava a sua moglie, della quale era teneramente affezionato ,ai suoi capelli rossi naturali, di come si fossero mescolati ai primi capelli bianchi...A come alcune battute dette da lei in dialetto stretto riminese non riuscisse ancora a distinguerle, quando si sentì bussare dietro la schiena, capì che doveva trattarsi di un uomo più alto di lui. Infatti era suo cugino Dario, figlio dell’altra sorella di sua madre, Elena, ancora in vita, costui misurava due metri netti d’altezza e nulla, nemmeno i divieti covid impedirono loro di abbracciarsi stretti, anche se poi ambedue indossavano la mascherine.
Cominciarono a parlare dei più eclatanti e ripetitivi fatti delle storie delle tre famiglie Del Bigi, Franchi e Costantini, con cordialità, qualche timida risata e un pizzico di comprensibile malinconia. Poi, mentre cominciava a crescere l’imbrunire e la temperatura si abbassava, Dario si rivolse a Riccardo con queste parole: “A proposito come sta la tua bellissima moglie e suo fratello Daniele, o meglio Daniela, insopportabile e appiccicoso omosessuale?” Piombò il silenzio e Riccardo sferrò, allungandosi per bene, un diretto destro alla mascella del cugino che lo stese sulla sabbia nell’intera sua ragguardevole lunghezza... Lo lasciò lì, senza ripensamenti alcuni e si avviò verso la villetta di sua proprietà che gli avevano lasciato in eredità i suoi ormai defunti genitori, sul lungomare Gramsci. Il giorno dopo ripartì, credendo non fosse giusto almeno per un po’ di tempo, comunicare con Dario. Sceso dal treno, alla stazione di Rimini gli si riempì il cuore quando si accorse della presenza di Claudia ,la prima cosa che le disse fu di invitare a cena nella loro graziosa e accogliente casa il cognato che viveva da solo.