Porto San Giorgio è un comune costiero della provincia di Fermo di circa 16.000 abitanti, oggi noto soprattutto come stazione balneare.
La storia di questa cittadina è stata legata per millenni a quella di Fermo, il cui territorio la circonda su tre lati. Nel I sec. d.C. era nota come Navale Firmanorum o anche come Castrum Firmanorum. Poiché si ritiene che il porto diFermo si trovasse allora alla foce dell’Ete, dove sono stati rinvenuti resti di anfore olearie e granarie, è probabile che il centro abitato fosse spostato più a sud rispetto alla sua posizione attuale. Il Castrum seguì per tutta l’età imperiale e anche successivamente le vicissitudini di Fermo, città ancora importante sotto Teodorico. In epoca altomedievale esso cambiò il nome in Portus Firmi (Porto di Fermo).
Le origini dell’attuale centro abitato sembrano risalire all’XI secolo, quando pescatori veneti o dalmati si stabilirono sull’altura chiamata oggi Monte Cacciù. I documenti incominciano a chiamarlo allora Castel San Giorgio, dal nome della fortezza che lo dominava. Alla metà del Duecento si stabilì un’alleanza tra Venezia e Fermo, e ciò favorì lo sviluppo dei traffici commerciali facenti capo a Castel San Giorgio. Nel 1267 il podestà di Fermo e futuro doge di Venezia Lorenzo Tiepolo trasformò il porto in uno scalo attrezzato e munito militarmente; inoltre fece costruire una Rocca, che da lui avrebbe preso il nome, per vigilare contro le incursioni dei Saraceni dal mare e proteggere in tal modo la città-madre. Per questo suo ruolo chiave nella difesa di Fermo, a Castel S. Giorgio era riconosciuto il diritto di sfilare in testa al corteo della Cavalcata dell’Assunta, il 15 agosto. Nel corso dei secoli il Castello si sarebbe trasformato in un’imprendibile cittadella, collegata da un alto muro, ancora ben visibile, alla sua Rocca e ben difeso dal lato del mare.
Al Quattrocento risalgono i grandi archi ogivali che delimitano il Castello, oggi centro storico della cittadina. E’ datato 1470 il magnifico “polittico di Porto San Giorgio” di Carlo Crivelli che sembra sia stato commissionato da un nobile albanese di nome Giorgio fuggito dal suo Paese, che lo destinò all'altar maggiore della chiesa parrocchiale del Castello. Nel 1832, dopo la demolizione della chiesa, esso si trovava in casa della famiglia Salvadori, ma in seguito le tavole del polittico furono disperse in vari musei nel mondo. Dell’intero polittico si conserva oggi una copia nell’ottocentesca chiesa di S. Giorgio.
Nei secoli successivi il Castello cercò sempre di affrancarsi da Fermo, ma la città episcopale si oppose a lungo alla sua autonomia tanto che nel 1729 esplose un conflitto tra fermani e sangiorgesi noto con il nome “guerra per l'imbarco dei grani”. Nel 1741-43 la Congregazione Fermana (istituzione romana incaricata di governare Fermo e il suo territorio) stabilì che Castel San Giorgio avesse il diritto di eleggere propri consiglieri e magistrati e che prendesse il nome di Porto San Giorgio. In questo secolo la cittadina aveva conosciuto uno sviluppo demografico con la crescita del Borgo Marinaro, compreso tra la linea di costa e la strada litoranea chiamata Via Lauretana. Fu edificata allora la chiesa delle Anime Sante. Nacque nel 1723 in questa cittadina Pio Panfili, notevole pittore, incisore e decoratore a lungo attivo a Bologna e nelle Marche.
Dal primo Ottocento a oggi
Durante il periodo napoleonico Porto S. Giorgio conseguì la sospirata autonomia da Fermo ottenendo anche, nel 1810, l’annessione di Torre di Palme. Con la Restaurazione l’autonomia comunale non fu revocata, ma confermata dal governo pontificio nel 1816. La costruzione del nuovo Teatro Comunale (1815) coronò il nuovo status della cittadina.
Tuttavia n questi primi anni dell’Ottocento il centro abitato di Porto San Giorgio non era ancora al sicuro dalle incursioni dei pirati provenienti dall’altra sponda dell’Adriatico: nel 1815 una nave corsara portò via decine di giovani sangiorgesi che sarebbero stati venduti come schiavi in Oriente.
Con la maggiore sicurezza del mare che si andò creando nei decenni successivi Porto San Giorgio poté incrementare le proprie attività di pesca, sulle quali si fondava gran parte dell’economia locale. La cittadina cominciava ad essere vista come un ameno luogo di soggiorno in riva all’Adriatico, tanto che Girolamo Bonaparte, fratello dell’imperatore ed ex re di Vestfalia, vi fece costruire una splendida villa neoclassica su progetto di Ireneo Aleandri in cui abitò per quattro anni, fino al 1832. Villa Bonaparte, più tardi nota come Villa Pelagallo, ha recentemente subito un restauro che l’ha riportata all’antico splendore.
Nel 1835 Porto San Giorgio diede i natali al conte Tommaso Salvadori, il quale fu uno dei massimi ornitologi italiani. Morì a Torino nel 1923.
Con l’Unità d’Italia Porto San Giorgio, che aveva meno di 4000 abitanti, perse Torre di Palme, che fu ceduta a Fermo, ma la sua autonomia comunale fu confermata. Dopo l’inaugurazione della ferrovia adriatica (1863), via di comunicazione di vitale importanza per il suo sviluppo, si pensò a una tratta che avvicinasse la cittadina a Roma e fu realizzata la linea Porto San Giorgio-Amandola, aperta nel 1908, linea a scartamento ridotto che sarebbe stata dimessa nel 1956.
Una significativa realizzazione di fine Ottocento, testimonianza delle sentite aspirazioni politiche del tempo è la Fontana della Democrazia che dal 1897 orna la piazza principale della città, all’ombra della Torre civica e della chiesa di S. Giorgio. La fontana presenta nel centro della vasca, sopra un globo terracqueo, la statua marmorea della democrazia nelle forme di una giovane donna.
Già nel secondo Ottocento Porto S. Giorgio si andò caratterizzando sempre più come notevole stazione balneare. Andarono sorgendo così numerose ville circondate da giardini e alberghi in riva al mare, che nei primi del Novecento assunsero aggraziate forme Liberty.
Due notevoli pittori nacquero a Porto San Giorgio nel decennio postunitario: Sigismondo Nardi (1866-1924) che lavorò agli affreschi della Basilica di Loreto, e il vedutista Carlo Pennacchietti (1870-1950), allievo di Giovanni Fattori a Firenze. Tra i poeti nativi di Porto San Giorgio si distinsero nel XX secolo Acruto Vitali (1903-1990), amico di Sandro Penna, e Lugano Bazzani (1916-2003).
Porto San Giorgio continua ad essere ancor oggi una meta di turismo estivo, oggi qualificata dalla presenza di un accogliente porto turistico. Diverse iniziative artistiche e musicali ravvivano l’estate sangiorgese, senza dimenticare l’importante festival internazionale di scacchi, l’ormai accreditato Premio Letterario “Paolo Volponi” (progetto di rete di cui è comune capofila), la Festa del Mare di fine luglio, con la famosa Padella Gigante dell'Adriatico e varie iniziative gastronomiche.