Tra voglia di fare e conti da far tornare. Montegiorgio al lavoro per la stagione teatrale, nonostante i tagli alla cultura

MONTEGIORGIO - “Come i governi precedenti, questo Governo sembra considerare la cultura l'ultima risorsa e la meno necessaria. Nessuno pretende grandi cifre da Expo, ma la cultura (e la sua sorgente, la scuola) andrebbero rispettate e aiutate in modo diverso”. Con queste motivazioni, lo scrittore Stefano Benni ha recentemente rifiutato di ricevere il premio Vittorio De Sica, che gli sarebbe stato consegnato dal ministro Franceschini in persona.

Tagli alla cultura che non risparmiano le realtà più raccolte, lontane dalle metropoli. Tra queste anche il Teatro “Domenico Alaleona” di Montegiorgio che negli anni ha raggiunto una sua notorietà nel territorio, e non solo, per la qualità degli spettacoli proposti che ha fatto sì che giungessero diversi spettatori anche dalle altre province marchigiane.

“Per il nuovo cartellone – spiega Michele Ortenzi, assessore alla Cultura di Montegiorgio – stiamo cercando di reperire le risorse necessarie. Ad oggi la stagione teatrale è a rischio. Sarebbe un peccato interrompere bruscamente un lavoro di sette anni che ha portato dei risultati lusinghieri. Per quel che riguarda le novità, stiamo cercando di presentare, accanto agli appuntamenti tradizionali, una serie di lezioni-spettacolo rivolte principalmente a una platea di ragazzi e ragazze, su testi e autori che hanno fatto la storia della letteratura e del teatro. Purtroppo anche in questo caso dobbiamo fare i conti con la mancanza di fondi”.

“Riuscire ad allestire stagioni teatrali di rilevanza nazionale – continua – com’è stato fatto dal 2008 a oggi, è stato difficilissimo. Questo anche a causa della crisi economica che si è ripercossa in maniera negativa sugli enti locali. Essere riusciti ad ottenere dei risultati cosi meritori è dovuto a una serie di fattori legati fra loro: le aziende del territorio che hanno sostenuto le stagioni teatrali; i proventi derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti che nel corso degli anni sono stati sempre maggiori; l’assoluta validità dei contenuti proposti che ha permesso di ottenere finanziamenti regionali legati a progetti specifici; l’oculatezza con cui, insieme all’ufficio cultura del Comune, abbiamo progettato e realizzato le programmazioni del teatro in questi sette anni”.

Nonostante i tagli, come già accennato, si sta già pensando alla nuova stagione. “Insieme al direttore artistico Gianluca Balestra, abbiamo già individuato dei titoli da proporre. Oltre ad essere presente qualche grande nome del teatro, saranno proposti autori classici e contemporanei; si tratteranno temi che permettano allo spettatore di riflettere, pensare, sviluppare una capacità critica sempre maggiore. Qualora riuscissimo a trovare le risorse necessarie, sicuramente sarà riproposta la rassegna 'Domeniche a teatro', coinvolgendo le scuole del territorio come negli anni precedenti”.

Non di solo teatro, “vive” un assessorato alla cultura: “Una delle prossime iniziative, di grande valore culturale, sarà una due giorni di studi, il 26 e 27 novembre, in collaborazione con l’Università degli Studi di Macerata dedicata allo scrittore, musicista e poeta montegiorgese Giuseppe Vannicola, a cento anni dalla sua morte. Inoltre, prosegue a pieno ritmo l’attività del “Laboratorio piceno della dieta mediterranea” ed è in cantiere la seconda edizione della “Fiera delle Qualità”, prevista per l’ultimo fine settimana di novembre”.

In ambito turistico, inoltre, è da poco terminato il progetto “Le colline del buon gusto” di cui Montegiorgio era comune capofila. Sono diversi i borghi che hanno sfruttato le loro bellezze come scenario per festival culturali, uno su tutti “Borgo Futuro” di Ripe San Ginesio. “Montegiorgio – dice Ortenzi – ha una grande ricchezza da offrire dal punto di vista storico, artistico e culturale. La creazione di un festival-rassegna che abbia l’obiettivo di valorizzare tutto ciò sarebbe assolutamente positiva. Bisogna soltanto crederci e prendere consapevolezza delle grandi potenzialità di cui disponiamo. Per fare questo è necessario un salto di qualità da parte di tutti: amministrazione comunale, associazioni, soprattutto dei giovani che, rispetto ad altre realtà limitrofe, sembrano essere estranei alla vita sociale e culturale del paese in cui vivono”.


Silvia Ilari

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