L’arte salvata dal sisma in mostra ad Osimo

MARCHE - Ha aperto i battenti il 19 febbraio, a Osimo, la mostra “Capolavori Sibillini. L'arte dei luoghi feriti dal sisma”. Nelle stanze di Palazzo Campana gran parte dei musei di Montefortino, Smerillo, San Ginesio, Montelparo, Montalto Marche, Montefalcone Appennino e Loro Piceno rivivono. Tutti i Comuni, insieme a Monte Rinaldo, fanno parte della Rete Museale dei Sibillini, diretta da Daniela Tisi, che ha subito un duro colpo a causa del terremoto.

In seguito agli ingenti danni riportati dagli edifici, è stato necessario individuare luoghi sicuri per custodire le opere, come Palazzo Campana. Tra queste ne sono state selezionate diverse, da esporre al pubblico fino al prossimo 1 ottobre. Molte provengono dal Fermano, come “La maga” di Corrado Giaquinto che presta il volto alle campagne pubblicitarie della mostra o l'“Autoritratto” di Fortunato Duranti, entrambe esposte alla Pinacoteca Civica di Montefortino prima delle scosse sismiche. Oltre alle tele, tra cui “San Gregorio Magno in trono tra i santi ispirato dallo Spirito Santo” proveniente da Montelparo, è presente in mostra “Lo scrigno emerso dal mare”, una sezione geologica interamente dedicata alla rinascita dei Sibillini che raccoglie fossili e minerali dai Poli Scientifici di Smerillo e Montefalcone Appennino.

Proprio in questo polo lavora Alessandra Tomassetti, operatrice museale ora in forza anche a Osimo. Tra gli scopi della mostra, infatti, c'è quello di offrire un'occasione di lavoro ai ragazzi occupati presso la Rete Museale dei Sibillini. “Io sono di Montefalcone Appennino e generalmente opero lì. Di solito, gli operatori sono presenti nel Comune a loro più vicino, ma capita anche di scambiarsi. Insomma, siamo operatori di rete e credo che questo sia un punto di forza”, afferma. “Non abbiamo abbandonato il territorio come teme qualcuno, ma stiamo lavorando su due fronti. Infatti, al momento sia gli spazi di Montefalcone Appennino che di Smerillo sono regolarmente aperti su prenotazione”.

L'operatrice si riferisce alle polemiche emerse tra chi è favorevole allo spostamento delle opere dai luoghi del cratere e chi è contrario. Opere che il ministro Franceschini, intervenuto a Osimo per l'inaugurazione, ha assicurato torneranno nei loro luoghi di origine. “Durante l'estate cercheremo di creare eventi e situazioni che spingano il turismo nelle nostre zone, sfruttando la vetrina osimana”, spiega ancora Tomassetti, che sottolinea come ci sia stata collaborazione tra enti e istituzioni: “i sindaci dei Comuni della Rete e quello di Osimo hanno firmato un accordo, senza ingaggiare alcuna lotta politica, non necessarie in una fase di emergenza. La Rete ha dimostrato di funzionare perché c'erano decisioni da prendere velocemente ed è stato fatto. L'allestimento è stato realizzato in due mesi e un grosso apporto è arrivato dal bravo Matteo Sampaolesi, appena 26enne, di San Ginesio”.

Il lavoro di squadra è stato fondamentale secondo le parole dell'operatrice che sottolinea come la “delocalizzazione” temporanea non sia mai una scelta casuale. “A Monte Rinaldo il deposito era disponibile in loco, mentre per le opere di San Ginesio, per esempio, bisognava optare per spazi più grandi. Osimo ce li ha semplicemente offerti. Ogni passo è stato fatto di pari accordo con la Soprintendenza. Ciò che vorrei evidenziare è che non gestiamo i beni ecclesiastici, perché ho notato che è un dubbio che hanno in molti”. “La scelta di Palazzo Campana ci ha consentito di tenere unite le opere e anche raccontare i paesi attraverso la mostra”, dice Tomassetti che farà anche da guida.

Inoltre, è prevista una sezione denominata “L'arte riparata”, in cui si potrà osservare il laboratorio di restauro dal vivo di alcune opere coordinato dalla restauratrice Maria Laura Passarini. Per verificare orari e aperture e le fasce di costo dei biglietti si può visitare il sito www.capolavorisibillini.it o telefonare allo 071.714621.


Silvia Ilari

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