Dissesto e incuria, i cittadini difendono il territorio. L'odissea della frana che ha bloccato una corsia stradale

MONTEGIORGIO - Nel marzo 2013, sulla strada provinciale 52, nel tratto che dal cimitero di Montegiorgio porta a Monte Vidon Corrado, era stata tolta parte della vegetazione presente. Col tempo, sono comparse delle frane che hanno reso sempre più difficoltosa la viabilità. In questa vicenda, ai residenti si alternano altri due attori: la Provincia e il Comune: la prima è responsabile della strada, il secondo di quel fazzoletto di terra di cui stiamo parlando. Claudio Santoni – residente – scrive al Comune il 22 gennaio 2014 per segnalare “un evidente movimento geologico in viale Ugolino”, precisando che “le ingenti piogge (…) hanno accentuato il problema aumentando il distacco dei terreni e delle abitazioni più a valle rispetto a quelle del crinale”.

Dopo quella lettera “c'è stato un sopralluogo dei tecnici comunali e regionali ma poi nulla di più”, precisa nel sollecito inviato al Comune il 4 agosto dello stesso anno. In quell'occasione, Santoni chiede un altro sopralluogo per accertare eventuali pericoli per i residenti della zona. Il 25 gennaio 2015, dopo più di cinque mesi, arriva la risposta della Provincia, in cui si parla di una nota comunale “assunta al protocollo (…) il 6 agosto 2014”, citando sopralluoghi effettuati con amministratori locali e tecnici della società Tennacola. Questi ultimi avevano provveduto ad alcuni interventi passati rivelatisi insufficienti. “Nel corso di vari sopralluoghi nel piazzale del cimitero e delle abitazioni in prossimità dello stesso si è rilevato che sono presenti 'cisterne' per la raccolta delle acque senza condotte per smaltire le quantità in eccesso e, presumibilmente, le stesse si infiltrano nella scarpata causando (…) smottamenti”, si legge.

Andando avanti, viene espressa preoccupazione per i problemi alla circolazione che potrebbero sopraggiungere con l'abbassarsi delle temperature. Il tutto termina con un sollecito al Comune per verificare le problematiche, in quel momento, degli abitanti e su strada “vista la persistente presenza di acqua che proviene da monte”. A quel punto Santoni scrive nuovamente al Comune, citando la risposta della Provincia e quanto esposto da un'altra abitante della zona, S.M., proprietaria di una casa “spesso invasa dalle acque provenienti da monte”.

Nell'attesa che qualcosa si muova, a febbraio la terra ha ormai invaso un'intera corsia. Una domenica pomeriggio, sul tardi, accade ciò che sarebbe potuto succedere da tempo: un'auto si ribalta, il conducente rimane fortunatamente illeso. Attualmente è in atto la costruzione di un muro contenitivo composto da blocchi di cemento. Una tragedia sfiorata che mostra la difficoltà delle enti pubblici ad assolvere ai propri compiti.

Durante l'ultimo “faccia a faccia” Province-Regione, avvenuto lo scorso 31 marzo, il presidente della Provincia di Fermo Fabrizio Cesetti non ha fatto mistero delle problematiche nel gestire la cosa pubblica in relazione ai tagli ingenti. A fargli eco, Antonio Pettinari presidente della Provincia di Macerata che ha affermato come, proprio in materia di viabilità, le Province siano alla canna del gas. Quel che è certo, per ora, è che dopo, l'approvazione in Consiglio regionale della legge del riordino delle Province, funzioni come difesa del suolo e viabilità faranno capo alla Regione Marche, dove la coperta, a causa della Legge di Stabilità, è stata definita “non corta, bensì cortissima”.


Silvia Ilari

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