La sua apnea

Di Sergio Soldani Nonostante il freddo un po’ inconsueto per la Ciociaria, durante quel febbraio pungente, Amilcare Battisti, tenente della Polizia Stradale andato in pensione con la quota cento, dalle dieci del mattino si sedeva sulla panchina di Piazza Pertini per aspettare il suo amico fabbro ancora parzialmente in attività, Francesco Sgambi, il quale non sempre però arrivava e talvolta rimaneva solo fino alle 13 leggendo i suoi romanzi di fantascienza, indossando comunque guanti di pelle marroni che lo riparavano dal gelo.

Egli in quel periodo era convinto di aver raggiunto la felicità perché un anno prima aveva raggiunto una mèta alla quale aspirava da almeno due decenni: il divorzio da sua moglie Marzia Sarti la quale era tornata a vivere a Napoli con la giovane famiglia del figlio Luigino, anche lui militare e Maresciallo dei Carabinieri. Si sentiva libero anche magari di vivere qualche avventura amorosa, le donne che più lo intrigavano erano per lo più le insegnati del locale Liceo o anche delle scuole Primarie. Certo, la maggior parte delle sue aspirazioni rimanevano sogni a occhi aperti. L’esperienza della morte della comunicazione relazionale e l’assenza della presenza, lo aveva seriamente traumatizzato, e anche l’obbligo delle mascherine chirurgiche lo mandava su tutte le furie, tanto che per sfogarsi sferrava dei violenti pugni alle porte che puntualmente andavano a ferirgli le mani, che poi successivamente ricopriva di garze e cerotti.

Fu con l’insorgenza e l’obbligo delle mascherine FFP2 che cominciò seriamente, nonostante fosse stato fino a un recente passato un ligio componente delle Forze dell’Ordine, a perdere il controllo e la ragione in più occasioni. Quel giorno sulla solita panchina venne a fargli compagnia il suo amico fabbro, nonostante l’aria fredda splendeva un sole stupendo che però a lui diede un certo fastidio agli occhi dato che si era dimenticato di indossare gli occhiali scuri. Forse fu questa la causa scatenante per la quale cominciò a urlare violentemente: “Tu Francesco sei un cretino! Non capisci che ci hanno appioppato come arma chimica il coronavirus, che ci costringe a una solitudine sconosciuta dalla quale non sappiamo come difenderci? E poi queste maledette mascherine, soprattutto questo ultimo tipo, mi obbligano a una a perenne apnea… Non so tu ma la mia apnea non sono disposto più a sopportarla! Chiamo il mio avvocato e gli chiedo se posso scrivere una dichiarazione in cui documento che le FFP2 non voglio più indossarle, dovranno esserci altre persone a infilarmele, io di mia intenzione no e poi no!!!”.

Il giorno dopo, si trovò nel pomeriggio nello studio dell’avvocato Massimo Gilardi che lo ascoltò con pazienza e gli rispose: “Tenente, lei quello che vuol fare attualmente non lo può fare, tenga questi calmanti, li prenda due al giorno per una settimana, le porteranno serenità e gioia di vivere, anzi due li ingerisca subito,ecco le porgo un bicchiere d’acqua.” Il pensionato obbedì come se quel giovane avvocato fosse stato il suo generale e prese la via dell’uscio un po’ deluso e forse anche rassegnato.

Cinque giorni dopo venne visto sulla consueta panchina, mentre verso le dieci e trenta baciava con la FFP2 la maestra Federica Diotallevi, anch’ella con la FFP2 sul naso e sulla bocca . Le due mascherine, una verde e l’altra rosa, si comprimevano in maniera appassionata, in una scena d’approccio erotico surreale!

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