Il Vento Invernale

Di Sergio Soldani La graziosa cittadina sulla riviera adriatica marchigiana di Cupra Marittima, soprattutto nella stagione invernale, non pullulava di particolare vitalità per Ambrogio Collina, impiegato di banca appena trasferito da Milano, il quale per cercare di avanzare di grado si sarebbe dovuto occupare delle periferie del centro Italia.

Aveva compiuto ora quarant’anni e, considerata la situazione dei suoi coetanei anche nelle province lombarde, si sentiva privilegiato quanto annoiato sebbene la nomina a Vicedirettore poteva inorgoglirlo e aiutarlo a considerarsi al sicuro economicamente. Aveva insistito per quella cittadina perché gli piacevano le zone della costa adriatica, ricordava quando, ancor più giovane, passò per molte stagioni un mese intero estivo a Riccione. Però nel suo intimo lo attraeva più l’inverno che l’estate. Infatti come usciva da lavoro al pomeriggio, si dirigeva a piedi qualunque fosse il clima anche con la pioggia, naturalmente si copriva a dovere, per giungere di fronte alla riva del mare, meglio ancor fosse intervenuto il suo amico vento, come lo definiva lui.

Fu in una di quelle occasioni che incontrò e conobbe l’ereditiera del conte Bruno Bruni Pomodoro, di origine napoletana, una ragazza di ventinove anni di nome Gilberta, considerata la più ricca di Cupra, anch’ella patita per il mare, ma forse meno per il vento, il vento che per Ambrogio invece

era una condizione assolutamente necessaria per considerarsi in Paradiso anche se sulla terra.

Quel novembre nelle Marche le temperature furono relativamente miti, però cominciò a piovere per giorni e notti intere, soltanto l’alternanza di intensità impedì a quel territorio pericolosi allagamenti. Ebbene Ambrogio, calcolando l’acqua che cadeva, si attrezzò con il suo vestiario e ombrelli giganti che pose scrupolosamente in un angolo del suo ufficio, per scattare poi verso la riva del mare all’uscita pomeridiana. Il giorno poi che piovve a vento infilò un passamontagna, un doppio impermeabile, guanti in pelle e certo non si privò di quel piacere tutto suo di inebriarsi nei rumori della sua natura che fondessero pioggia e vento, naturalmente tornò zuppo nonostante le protezioni, nell’abitacolo della sua lussuosa berlina, e lì non poté fare a meno di comunicare telefonicamente alla sua Gilberta il piacere e la soddisfazione spirituale ottenuti rimanendo così in balìa della pioggia e del vento.

A dire il vero la giovane donna annuiva ma in realtà rimaneva anche un po’ annoiata dei soliti discorsi ripetitivi, successivamente rifletté e considerata la rarissima galanteria di lui, il fatto anche che in quel posto di provincia dove lo andava trovare un Vicedirettore di banca, caduto dal cielo sempre un po’ plumbeo di Milano? Gli rilanciò una proposta: “Senti amore ti devo fare una proposta: mia madre Anna Maria vorrebbe organizzarci una settimana prima di Natale la nostra festa di fidanzamento presso i locali ampi e confortevoli della nostra Villa

Bruni-Pomodoro, se sei d’accordo già da domani cominciamo con gli inviti. Allora, che ne pensi?” Ambrogio per alcuni secondi ammutolì, poi acconsentì, mostrando un certo forzato entusiasmo.

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