I miei dubbi

Di Sergio Soldani Mi trovavo nella mia automobile nella zona di Roma dove ero nato, procedevo molto lentamente davanti a Forte Boccea, verso Primavalle, e pensavo a come poter consolare e non far cadere in depressione il mio fraterno amico Giuliano Casati che appena il giorno prima era stato licenziato in tronco dal suo posto di lavoro di usciere, in una nota banca nelle vicinanze dei Fori Imperiali, per il famigerato taglio del personale e taglio delle filiali, sostituito dall’attività telematica. Immaginavo che la sua amarezza potesse essere particolare, dato che quella sede era una delle più rappresentative al centro della capitale.

Io, Marco Sollima, mi tenevo stretto il mio incarico di rappresentante di commercio di una famosa ditta di abbigliamento. Covid e guerra sui fronti slavi ci avevano gettati tutti nel terrore, soprattutto noi che sopravvivevamo del nostro costante impegno quotidiano. Pensai di chiamare al telefono la sorella di Giuliano, Fabiola, e proporle un fine settimana a tre verso Grosseto, come facevamo da ragazzi, ma capii che non c’era da evadere e bisognava affrontare il problema frontalmente. Mi venne di colpo in mente un’idea e telefonai al mio amico Alfredo Rozzi, nipote dell’ambasciatore italiano in Germania; sapevo che stava continuando ad aprire esercizi commerciali di sigarette elettroniche e mi aveva accennato, tempo fa, che era intenzionato ad inauguralo uno in Via Gregorio VII. Telefonai fulmineamente, per fortuna lo trovai. Gli dissi di collocare il mio amico e che si sarebbe potuto fidare ciecamente di lui, mi rispose che lo stesso avrebbe dovuto presentarsi per il colloquio e che sarebbe stata una pura formalità, due giorni dopo alle 11 presso il suo ufficio all’Eur. Io che non sono stato mai un convinto credente, in un mio minuto di silenzio, ringraziai Dio come non mai. Poi mandai d’impulso un messaggio a Fabiola: vediamoci tra due ore nel solito bar vicino al Vaticano, ho notizie risolutive a favore di tuo fratello. Sapevo che non sarebbe mancata, in trent’anni, con me, non aveva mai saltato un solo appuntamento!

Arrivammo puntualissimi entrambi,come le spiegai il semplice fatto legato al lietissimo evento nei confronti di Giuliano, pianse. Da molto tempo non osservavo una bella donna al culmine della sua commozione.

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