Benvenuti a Lapedona, benvenuti nello splendido scenario della campagna fermana.
Situata in collina, a soli 5 km dal mare e non distante dalla montagna, a 264 m s.l.m., Lapedona grazie alla sua conformazione territoriale (esclusivamente collinosa) e climatica (clima fresco, stabile e asciutto) è un antico centro agricolo ricco e peculiare. Poco si sa dell'origine del paese, tuttavia certo è che faceva parte della centuriazione romana dell'agro fermano, dove venivano coltivati i decantati prodotti agricoli piceni, che ancor oggi la caratterizzano: particolarmente curate sono le colture tipiche a grano, viti, ulivi ed ortaggi, mentre in forte espansione è la frutticoltura specialmente nella valle dell'Aso. Una produzione di notevole interesse economico è quella delle taccole, un baccello primaverile assai raro e ricercato specialmente sui mercati esteri.
Tra le attività produttive degne di nota sono quelle artigianali legate agli antichi mestieri che, ottenendo riconoscimenti istituzionali, hanno portato prestigio non solo a Lapedona ma a tutto il territorio fermano. Dopo tutto si capisce perché i lapedonesi vengono appellati da sempre come “bravi uomini con mani callose”. Tra i piatti della tradizione culinaria locale spicca la bevanda più succulenta che si ottiene da “lo fa’ cantina”: il “vino cotto”, che diventa ogni settembre protagonista nella sagra ad esso dedicata da oltre vent'anni.
Il centro storico di Lapedona diventa location speciale poi anche per un'altra manifestazione esclusiva, “Musica in collina”. Durante l'anno numerose sono le attività sportive, ricreative e ludiche che possono essere frequentate da tutti e che sono organizzate dalle varie associazioni lapedonesi.
Arte, cultura, storia, natura, buona cucina, riposo, ma anche divertimento e la scoperta di vecchie tradizioni, tutto questo è possibile vivere a Lapedona non solo in estate, ma in tutte le stagioni. A presto, allora, a Lapedona. (Mauro Pieroni)
Tracce del passato presenti in tutto il territorio.
Una storia antica ancora da svelare.
Di Lapedona non si hanno documenti che ne attestino l'esistenza prima del Medioevo, tuttavia reperti di età picena e romana testimoniano una intensa colonizzazione del suo territorio fin dalla antichità.
Il centro urbano probabilmente si costituì o ricostituì intorno al Mille quando i benedettini di Farfa e di Fonte Avellana edificarono chiese e piccoli monasteri nei luoghi circostanti boscosi iniziando la bonifica di quelle terre. Con la ripresa dell'agricoltura il borgo si popolò di enfiteusi, livellari, piccoli proprietari, contadini e artigiani. Fu fortificato con mura e porte ma forse non godé mai di autonomia risultando già dai più antichi documenti castello di Fermo. Aveva comunque una sua amministrazione interna a cui era delegato il “Consiglio di Credenza” costituito da “priori” o “massari” rappresentanti del “consiglio generale”.
Le vicende storiche di Lapedona si confondono quindi, fino all'Unità d'Italia, con quelle di Fermo.
Benché Lapedona fosse un paese con molte risorse, essendo la sua economia agricola e i grandi proprietari (laici ed ecclesiastici) fermani, si dotò nel corso degli anni di infrastrutture sociali di notevole interesse come il Monte frumentario, l'Ospedale, numerose confraternite, un bel palazzo municipale e, in epoca più recente, una cassa rurale e operaia.
Il centro storico conserva la sua struttura originaria del castello medievale, cinto da mura e con due porte d'accesso: Porta Marina, unica ad essere carrabile, con arco gotico ed elegante merlatura ghibellina (a coda di rondine) e Porta da Sole, che immette direttamente sotto il loggiato comunale.
Sul lato Sud sono conservati lunghi tratti di mura medievali, mentre verso Est un solitario bastione che scruta il mare è stato trasformato nel Settecento in campanile barocco.
Il centro urbano è organizzato su due vie, una principale e l'altra secondaria, che partendo da piazza S. Lorenzo all'ingresso del paese, corrono parallele verso ovest per confluire nella piazza principale da cui ripartono per annodarsi a Largo IV Novembre. Su entrambi i lati delle vie si affacciano le abitazioni di modesta altezza, semplici, in cotto antico, e, di tanto in tanto, un vicolo collega le due parallele armonizzando la struttura e creando angoli caratteristici. Centro del paese e della vita di Lapedona è la sua piazza che, essendo più bassa rispetto all'asse viario, sembra attiri a sé tutto il paese. Piazza Giacomo Leopardi, di forma rettangolare, è un salotto naturale, sul quale si affaccia a sud il Palazzo del Comune con loggiato ultimato nel 1589 e a nord la facciata con timpano rialzato e portale lavorato in pietra della Chiesa di San Nicolò; al centro della piazza vi è una bella fontana costruita nel 1900, all'inaugurazione dell'acquedotto, che portò l'acqua nelle abitazioni del paese.
In fondo al loggiato comunale, caratteristico per i suoi archi dissimili, è collocato un cippo funerario d'età romanica con bassorilievi e iscrizioni.
All'interno del Palazzo Municipale è conservato un quadro di piccole dimensioni raffigurante una Madonna col bambino di scuola raffaellesca e una tavola del Marini del 1545.
La Chiesa di San Nicolò, risalente all'anno 1585, ricostruita nel sec. XVI su strutture trecentesche, presenta un impianto interno a navata unica rettangolare con sottotetto ligneo decorato a tempera con ornamento barocco, riferibile all'arte del pittore fermano Filippo Ricci. Sull'altare principale vi è una tela di Simone De Magistris (1538-1611) raffigurante una Madonna col bambino, S. Michele, S. Francesco, S. Quirico, mentre sopra l'ingresso resta una tribuna con cantoria e l'organo restaurato di scuola callidiana.
La Chiesa parrocchiale dei S.S. Giacomo e Quirico che converge anch'essa sulla piazza per la parte absidale, risale al XIV sec, anche se è stata quasi completamente rifatta un secolo fa, conserva una struttura lignea del santo protettore, il martire bambino S. Quirico, proveniente dalla omonima chiesa romanica esterna. Il 15 luglio, festa del patrono si svolge il suggestivo antico rito della benedizione delle acque con il pediluvio della statua del Santo. In questa chiesa sono conservate due tavolette raffiguranti S. Rocco e S. Sebastiano attribuite a Pietro Alamanno (XV secolo).
Entro le mura castellane vi è anche la Chiesa di San Lorenzo, di fine XVIII secolo, con campanile (1732) e cripta inagibile, che conserva al suo interno un organo di Gaetano Callido (1784) restaurato oltre a un Crocefisso ligneo di probabile provenienza bizantina, dall'espressione particolarmente toccante ed altari in stile barocco.
A testimonianza di insediamenti benedettini, sullo stesso colle di Lapedona ma fuori dalle sue mura, restano tre chiese romaniche di pregio: la Chiesa di S. Pietro, la Chiesa di Madonna Manù e la Chiesa di S. Quirico. Quest’ultima è la maggiore e, con ingresso laterale, navata unica, presbiterio sopraelevato e una cripta sorretta da volte a crociera cilindriche, è particolarmente elegante, con sottili colonne e capitelli di foggia diversa ed archi slanciati.
Di notevole interesse anche la Chiesa di S. Maria degli Angeli o ad nivem, presso “Borgo Castellano”, con affreschi del sec. XV.
Il territorio di Lapedona è diviso in contrade ed ognuna di esse fa capo ad una chiesa rurale come S. Elisabetta, S. Anna dell'Aso, Madonna Bruna e S. Maria di Saltareccio. Le ultime due, in particolar modo, sono da rimarcare in quanto, oltre a conservare tracce di insediamenti monastici, sono inserite in un suggestivo ambiente boschivo naturale, ai margini dei coltivi.