Una foto sotto al cuscino

Paolo si fermò ad intrattenersi con Cinzia, davanti a quel portone di Via Santa Maria Podone al centro di Milano, in quel settembre ancora troppo caldo, con un paio di piogge però che bagnarono il capoluogo lombardo. Lei, bella alta e fulva, ex compagna del corso di Architettura di Brera, insisteva, seduta su un levigato muretto, a dirgli di dover ricominciare a scrivere lettere romantiche a Maria, la ex fidanzata sarda che ora si era ristabilita in Sardegna. Paolo un po’ indignato gli urlò: “Senti un po’ tu, ti pare si debba parlare sempre delle mie storie sentimentali e mai delle tue?”. E Cinzia rispose : “Sai che è inutile parlare delle mie storie, perché sono tutte uguali, sai benissimo che io ho un debole soltanto per gli uomini maturi, ovvero quelli che abbiano venticinque o trent’anni più di me, chiaro? Perciò io ora ho trentatré anni e il più giovane di cui mi puoi parlare, come minimo deve avere cinquantotto anni, chiaro?”.

Continuò allora Paolo : “Insomma, ti sembra semplice di questi tempi? Fino a quando si era all’Università, tu eri un po’ meno rigida, intransigente, sugli uomini che fossero più grandi di te… Per esempio, ricordo quel Riccardo Giudici di Siena, aveva la tua età, e te ne eri innamorata, non negarlo, dormivi con una delle sue foto sotto il cuscino?”. Cinzia esplose, nonostante l’ora tarda: “Non rivangare quella triste storia, sei proprio insensibile! In quella foto era ritratta sua madre che lo teneva in braccio quando lui aveva appena due anni…Ci teneva tanto Riccardo, perché fu sempre al corrente che la sua genitrice Barbara aveva sempre tradito suo padre con un professore di colore che insegnava all’Istituto Tecnico Industriale “Leonardo Da Vinci”, di cui suo padre, l’Ingegner Matteo Solazzi, era il preside. Voleva Riccardo, quella foto di madre gioiosa per mantenersi nel cuore la donna che lo aveva partorito in una dimensione di purezza e onestà comportamentale…Oohh Paolo, che piccolo uomo sei, lui sperava attraverso la mia custodia di quella sua foto e soprattutto durante la notte, che io trasferissi la mia purezza di vergine sull’adultera! Questo simbolico quanto illusorio gesto lo faceva viver più sereno, perché negarglielo? Tu come sei rozzo a non capire!!!”.

“Come ti sei inalberata, calmati, io non sapevo tutti quei particolari”, egli ribatté, timidamente. Ricominciò a piovere e più forte di prima, i due spontaneamente e forse inconsapevolmente, si unirono con i corpi e si misero a correre mano nella mano, fino a raggiungere un luogo riparato. Lì aspettarono che smettesse la pioggia, si guardarono sempre negli occhi e si accarezzarono molto delicatamente i rispettivi visi, senza pronunciare parola alcuna.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Annunci

Vai all'inizio della pagina
Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione