Un improvviso inconveniente per Antonella...

Nella casa appena comprata con un mutuo trentennale pattuito con la Banca del Risparmio, Lorenzo e Antonella sposi trentacinquenni, godevano una tranquillità e una tenerezza, forse mai avvertiti prima, perché sentivano quella dimora veramente di loro proprietà. “Un qualcosa che non vi si potrà mai scalfire, questa abitazione è vostra, vostra e basta!”. Così li aveva intensamente incoraggiati il padre di lei, il geometra Danilo Artioli, da sempre iscritto alla massoneria di Forlì: come il suo genitore Giuliano, egli aveva fatto una carriera fulminante. Geometra consenziente di numerose cooperative che costruivano palazzine per l’intera provincia, ora lui ne possedeva due, una a nord l’altra a sud della città romagnola con sedici appartamenti in tutto, da 75 mq. Ciascuno, robusto ascensore, soffitte cantine varie e garage.

Antonella era una giovane donna dai grandi ma anche molto astratti, ideali romantici, pensava, che con il suo Lorenzo avesse trovato, dopo attenta ricerca il principe azzurro! L’uomo con il quale non dividere mai l’esistenza fino a che morte non li separasse! Lavoravano ambedue nello studio dell’affermato commercialista del centro romagnolo, padre di lui, rag. Massimo Bellotti, bravo e perspicace professionista, noto anche per la sua attività di seduttore e donnaiolo. Antonella però si sentiva protetta anche per quel lavoro, quel suocero moralmente un po’ discutibile, ma economicamente molto avveduto!

Durante una domenica d’ottobre, due giovanotti sulla ventina si aggiravano intorno alla palazzina dove gli sposi risiedevano. Costoro si sincerarono che Lorenzo fosse uscito con la sua bicicletta da corsa, poi andarono a suonare alla porta di casa della giovane sempre pronta ad accogliere tutti come graditi ospiti: ella aprì. Il ragazzo dall’accento spiccatamente veneto, munito di riviste religiose sotto al braccio, la salutò cordialmente pregandola di accettare un fraterno colloquio sul fatto che Gesù Cristo fosse in realtà, un extraterrestre di un pianeta vicinissimo alla terra, l’altro con inflessione assolutamente lombarda, insistette con garbo ed entusiasmo per volerne parlare dolcemente non più di cinque minuti.

Quest’ultimo, appena accomodatosi sul salotto cominciò all’improvviso a cambiare tono asserendo : “Lo sai bella signora che sei una stronza con troppi soldi!” e le sferrò un diretto destro alla sua fragile mandibola di donna: la poveretta svenne sul pavimento. I due rubarono il portafogli con trecento euro in contanti, documenti e carte di credito, ripulirono poi in fretta un cofanetto di gioielli ben prezioso, lasciarono Antonella supina sul pavimento priva di conoscenza, scapparono via sbattendo la porta visibilmente eccitati e soddisfatti.

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