"L’abbeveratoio di Porta romana va ripulito e illuminato", riflessioni e preziosi consigli del prof. Elvezio Serena

L'abbeveratoio di Porta Romana, zona San Francesco a Fermo

FERMO - Nuovi, prezioso spunti di riflessione del Professor Elvezio Serena, già presidente di Italia Nostra del Fermano, riguardo le bellezze architettoniche e culturali di Fermo da tutelare e valorizzare.

"Il noto speleologo Massimo Spagnoli nel 2020 ha presentato “Il libro di tutte le fontane - distribuzione e localizzazione”, un corposo volume di 550 pagine che documenta con immagini e testi centinaia di fontane dei 40 comuni della provincia di Fermo - scrive il Prof. Serena -. Numerose quelle del capoluogo, oltre 50, a raccontare l’importanza della diffusione e della utilizzazione dell’acqua, una risorsa preziosissima per persone, animali e piante, ieri come oggi.

Agli ingressi principali della città, con l’inaugurazione dell’acquedotto del Polesio (1896), furono realizzati tre abbeveratoi identici come tipologia, dimensioni e materiali: a porta San Giuliano, a porta Santa Caterina e a porta San Francesco. Dal libro di Spagnoli: “le fontane costruite in muratura di mattoni con porzioni di pietra travertino sono considerate vere opere d’arte del tempo per la cura e il disegno con cui furono realizzate, comparendo in bella vista agli ingressi della città. La capiente vasca era utilizzata come abbeveratoio per gli animali provenienti dalla campagna e il mascherone centrale, munito di cannella, asserviva al prelievo dell’acqua per la popolazione. I progetti vennero redatti nel 1894, l’apertura è del 22 agosto 1896”.

Il primo, a San Giuliano, in Contrada Campolege, purtroppo è stato smantellato, oggi è visibile solamente attraverso foto d’epoca. Il secondo, a Santa Caterina, è stato restaurato, ripulito e dotato di illuminazione qualche anno fa per interessamento della contrada Pila. Una targa documenta l’intervento.

Per il terzo, posto a San Francesco, in buono stato visto che è stato restaurato diversi anni fa, è sufficiente una semplice pulizia, e dovrebbe essere dotato di illuminazione, come quello di Santa Caterina. Questo potrebbe servire anche a disincentivare chi utilizza l’abbeveratoio come cestino rifiuti o discarica (foto allegata). Un appello al Priore della Contrada San Martino, quindi, che può imitare la contrada Pila nella realizzazione dell’intervento".

"Segnalo, inoltre - continua Serena -, l’abbeveratoio del Foro Boario, utilizzato durante la settimana (escluso il sabato mattina nell’orario della fiera) come contenitore di cartelli stradali, senza alcun rispetto per l’opera architettonica, meno pregiata ma di pari importanza rispetto quelle sopra indicate. Possibile che non si trovi altro posto nelle vicinanze per riporre la segnaletica stradale? A volte è pure oscurato da auto parcheggiate, senza che nessuno mai intervenga. A che serve restaurare monumenti (vedi targa del 1997) se poi li copriamo con auto o segnaletica stradale, o li riempiamo di rifiuti?

E infine: sono scomparse le indicazioni di piazzale Umberto Tupini (senatore eletto nel collegio di Fermo, ex ministro e sindaco di Roma, presidente del Consiglio di amministrazione del Montani), e via dei Giochi Olimpici. La zona è sede di importanti realtà: Croce Verde, Palestra ex Coni, CGIL, Area Camper, Campi da Tennis, Studio professionale. E’ possibile ripristinare tali indicazioni o dobbiamo cancellarle dallo stradario della città?

Ringrazio sin d’ora amministratori, dirigenti comunali e priori di contrada che avranno sensibilità e attenzione per prendere in carico la mia segnalazione".

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