I ritratti di Licini in mostra alla casa museo

MONTE VIDON CORRADO - Osvaldo Licini ritrattista, che riporta su tela gli affetti più cari della sua giovinezza, prima della svolta astrattista che caratterizzerà gli anni della sua maturità artistica. Opere poco note e forse per questo ancora più preziose. Opere ora esposte nelle cantine della casa-museo di Monte Vidon Corrado. La mostra, curata dal Centro Studi Osvaldo Licini e organizzata insieme agli eredi dell'artista, è stata allestita grazie al prestito delle opere da parte degli avvocati Francesca Palma e Claudio Fonti.

Tra i ritratti esposti centrale è quello di Filippo, nonno di Osvaldo a cui l'artista fu molto legato, essendo cresciuto con lui a Monte Vidon Corrado dopo la partenza dei genitori per Parigi, e che assecondò le sue inclinazioni artistiche permettondogli di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Bologna. L'opera, realizzata nel 1908, quando Osvaldo aveva 14 anni, è stata da poco restaurata ed è esposta al pubblico per la prima volta. Alla madre, Amedea Corazza, Licini ha dedicato tre ritratti, tutti e tre in mostra.

Molto significativa anche l'opera che ritrae la sorella Esmeralda (1921), ballerina all'Operà di Parigi, donna molto indipendente ed emancipata. Con i familiari in Francia, nel tempo, Licini instaurò stretti rapporti, viaggiando spesso alla volta di Parigi dove frequentò gli abienti artistici e culturali.

L'opera più nota esposta è senza dubbio l'autoritratto, realizzato nel 1913 nel biennio definito da Licini "primitivismo fantastico". Il quadro, dalle pennellate verticali, presenta - si legge nella didascalia - la brutalità di Bruto, l'alter ego dell'artista, protagonista dei racconti scritti da Licini nello stesso anno. Le altre opere ritraggono la prima moglie, Beatrice, da cui ebbe l'unico figlio, Paolo, e la seconda moglie, Nanni, pittrice svedese.

"Quelle esposte - spiega Daniela Simoni, direttrice del Centro Studi Osvaldo Licini - sono opere particolarmente significative, realizzate dal 1908 al 1925, quando Licini aveva dai 14 ai 31 anni. La mostra permette di effettuare una mappatura degli affetti più cari della giovinezza dell'artista e un excursus sulle sue cifre stilistiche prima della svolta astratta. Mostre come questa riflettono quello che è il ruolo del centro studi: fare della casa museo un vero laboratorio d'arte". La mostra sarà visitabile fino al 10 luglio, sabato e domenica dalle 16.30 alle 18.30; su appuntamento chiamando il 334.9276790 (pomeriggio).


Francesca Pasquali

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