Vaccini sì, vaccini no: facciamo chiarezza. A colloquio con la dott.ssa Rossana Belfiglio del Servizio Igiene e Sanità Pubblica

FERMO - Un tema che fa discutere quello delle vaccinazioni che, da precauzioni necessarie e in certi casi salva-vita, sono diventate oggetto di accesi dibattiti e contrasti. Prova ne è il netto aumento, in tutta Italia, del numero di genitori che ogni anno scelgono di non sottoporre i propri figli a vaccino.

“Stiamo assistendo – spiega la dott.ssa Rossana Belfiglio, dirigente medico del Servizio Igiene e Sanità Pubblica e responsabile dell'Unità Operativa di Epidemiologia dell'Asur Area Vasta 4 – ad una brusca diminuzione delle adesioni, soprattutto a causa della nascita di vari movimenti antivaccinatori. Molti genitori che scelgono di non far vaccinare i figli si sentono tranquilli perché pensano che saranno gli altri bambini vaccinati ad evitare che il virus si diffonda e che i loro bambini si ammalino. Quando, però, il numero di chi la pensa così aumenta in modo considerevole, si crea una 'sacca' di bambini suscettibili e cresce il rischio di epidemie e di complicanze dovute alle malattie. E' un problema di cui risentono soprattutto i bambini con problematiche particolari che non permettono loro di essere vaccinati. Se cresce il numero dei bambini non vaccinati, neanche loro sono più protetti”.

Di che numeri parliamo? “E' un fenomeno che riguarda sia i vaccini obbligatori che quelli raccomandati. Se prendiamo ad esempio il morbillo, a livello regionale, nel 2012 solo l'81% dei bambini è stato vaccinato. Nell'Area Vasta 4 il dato è dell'82%, quindi sopra la media regionale, ma molto al di sotto degli obiettivi del Piano regionale di prevenzione (95%). Stesso discorso per il vaccino esavalente (difterite, epatite B, poliomielite, tetano, infezioni da Haemophilus Influenzae tipo b (Hib) e pertosse): dal 95-96% siamo scesi all'89,2%. Se consideriamo che in provincia di Fermo ogni anno nascono tra i 1.500 e i 1.600 bambini, il numero dei non vaccinati che oggi hanno circa tre anni comincia ad essere significativo”.

Tra le ragioni che spingono i genitori a non far vaccinare i figli c'è una presunta connessione tra i vaccini e l'autismo. “E' uno dei cavalli di battaglia dei movimenti antivaccinatori che sostengono l'esistenza di un collegamento tra alcuni vaccini – soprattutto quelli per morbillo, parotite e rosolia – e l'insorgenza di autismo in alcuni bambini. Il nesso è stato però smentito dalle più autorevoli società scientifiche e dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Quello che accade è che i primi comportamenti anomali da parte del bambino autistico si sviluppano intorno all'anno di età, che è quando questi vaccini vanno eseguiti. Il sito VaccinarSì (www.vaccinarsi.org) fornisce informazioni e risposte a leggende metropolitane come questa”.

Tra qualche settimana si tornerà a parlare di vaccini antinfluenzali. “Anche qui il calo si fa sentire, per tutta una serie di eventi che hanno giocato a sfavore delle vaccinazioni (come il ritiro, lo scorso anno, del vaccino a causa del verificarsi di alcuni casi di morte dopo la vaccinazione). Questo, unito a una certa confusione amministrativa da parte del Ministero, ha creato allarmismo nella popolazione e il conseguente calo dei vaccinati. Il vaccino antinfluenzale è rivolto agli ultrasessantacinquenni e a persone con patologie a rischio (in questi casi è gratuito ed eseguito dal medico di base). Tutti gli altri possono vaccinarsi qui da noi a pagamento. E' la Regione a scegliere, anno per anno, i vaccini che poi ci vengono consegnati in base alla popolazione di riferimento”.

Un altro servizio offerto dal dipartimento è il cosiddetto “vaccino del viaggiatore”. “Ogni giovedì pomeriggio vacciniamo chi, per diverse ragioni, si reca all'esterno. In questo caso il vaccino varia a seconda della destinazione, del tipo di viaggio e della sua durata. Inoltre, forniamo informazioni e consigli sulle procedure da adottare per ridurre al minimo il rischio di contagi”.

Nonostante il calo di vaccini, la mole di lavoro sembra elevata. “Facciamo dodici ambulatori settimanali – undici a Fermo e uno ad Amandola (il mercoledì mattina) – mattina e pomeriggio. In media vacciniamo 60 persone al giorno, tutto l'anno. Da quando abbiamo chiuso gli ambulatori periferici, da un punto di vista organizzativo, il lavoro si è semplificato. E' il personale che manca. Se fossimo di più, potremmo raddoppiare il numero degli ambulatori, visto che la sede lo consente, e accorciare le liste di attesa. Più personale ci consentirebbe anche di seguire meglio i bambini inadempienti, organizzare colloqui con i genitori e sensibilizzarli all'importanza dei vaccini. Tutte pratiche che richiedono tempo”.

Info: Servizio di Igiene e Sanità Pubblica – Asur Area Vasta 4 Segreteria prenotazioni, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30, tel. 0734.6253396


Francesca Pasquali

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