Un patrimonio da salvare

TERREMOTO - Qualcuno l’ha definito “il terremoto delle chiese” per la grande quantità di edifici religiosi crollati o seriamente danneggiati. Quello che è certo e che, oltre alle case, sono i beni culturali quelli che stanno avendo la peggio a causa susseguirsi ininterrotto di scosse iniziate ad agosto. Un patrimonio inestimabile che rischia di scomparire per sempre, se non tutelato in modo adeguato.

“La situazione è drammatica – dice Daniela Tisi, direttrice della Rete Museale dei Sibillini – i nostri musei sono quasi tutti inagibili o inaccessibili. Quello di Monte Rinaldo è a rischio crollo, i centri storici di San Ginesio, sede del museo e della pinacoteca Gentili, e di Montefortino, dove si trova la pinacoteca Duranti, sono stati dichiarati zone rosse e non sappiano quello che troveremo una volta che riusciremo ad entrare. L'unico museo aperto è quello dei fossili e dei minerali di Montefalcone Appennino”.

La situazione, già critica dopo il sisma del 24 agosto, si è ulteriormente aggravata. In un primo momento si era pensato di mantenere le opere all’interno delle loro sedi, mettendole in sicurezza per poi passare a restaurarle quando fosse stato possibile. Il proseguire delle scosse ha però reso impraticabile questa opzione. Si è così deciso di spostarle in un luogo sicuro.

“Insieme alla Regione e alla Soprintendenza – spiega Tisi – ci stiamo organizzando per spostare i beni a rischio. Saranno portati in un deposito ad Osimo e, dopo la fine della mostra di Vittorio Sgarbi, organizzeremo un’esposizione temporanea per rendere queste opere di nuovo fruibili, in attesa di poterle riportare il prima possibile nelle loro sedi originarie”.

Un lavoro imponente, per il quale serve manodopera esperta. “Un problema serio che dobbiamo affrontare – dice la direttrice della Rete Museale – è la carenza di personale volontario per il recupero dei beni. Servirebbero storici dell’arte, restauratori e operatori dei beni culturali che si mettessero volontariamente a disposizione per gestire questa difficile situazione. Stiamo anche chiedendo con forza l’attivazione di un’unità di crisi”.

Come per chi, a causa del terremoto, è rimasto senza niente, anche per i beni culturali è scattata una gara di solidarietà e diversi musei regionali e nazionali si stanno attivando per contribuire al restauro delle opere danneggiate.


Francesca Pasquali

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