Sotto i nostri piedi un mondo sotterraneo tutto da scoprire

FERMANO - Per gli esperti si chiamano ipogei, per gli altri sono le “grotte”. Il Fermano ne è ricco, come dimostrano i testi ma anche le numerose esplorazioni svolte dal CAI di Fermo, in attività dal 1995. Ultime quelle nel territorio veregrense: le considerazioni emerse sono raccolte nel volume: “Montegranaro Sotterranea - Lineamenti sottosuolo nell'antichità”.

In collaborazione con l'associazione culturale Arkèo, visitando gli spazi (in un arco di tempo che racchiude circa tre anni), il gruppo speleo del CAI di Fermo è giunto a inaspettate conclusioni: “Non abbiamo trovato tracce che rimandino all'epoca romana, cosa che fa presupporre che Beregra o Veregra - come viene chiamata da diversi autori - non si trovi dove ora sorge il comune di Montegranaro”, sottolinea Massimo Spagnoli, speleologo CAI. “Per esempio - continua - nel palazzo che ospita il liceo classico di Fermo, nei sotterranei si trova un cunicolo. A fianco, c'è una cantina sul cui muro si notano blocchi di recupero, utilizzati per la costruzione dell'edificio stesso. A Montegranaro di questo non c'è traccia, neanche in superficie”.

Negli anni, le grotte del paese sono state utilizzate per diversi scopi, in particolare per la conservazione dei cibi, come testimonia la presenza di numerose neviere, stanze profonde dove la neve raccolta veniva inserita, per far sì che si trasformasse in ghiaccio. Particolare è stato il ritrovamento di una grotta nascosta nell'area di Porta Marina. Tolta una grata che ne ostruiva l'entrata all'interno, dopo la prima rampa di scale è stata rinvenuta una vecchia lapide funeraria, risalente al 1892 e posta in ricordo di una lontana parente dei proprietari della residenza (diversi cunicoli si trovano all'interno di case di privati).

“Anche a Marina Palmense ci sono ipogei, con percorsi molto lunghi, utilizzati come depositi. Si potrebbe chiamarli i 'frigoriferi dell'antichità'. Ora stiamo svolgendo delle ricerche a Monterubbiano, che credo ci riserveranno delle sorprese”, afferma Spagnoli. Sorprese come quelle ricevute alla Fonte di Papagnano a Petritoli, nelle cui vicinanze è stata rinvenuta una grotta lunga 150 metri "di cui neanche gli anziani del paese erano al corrente. Chissà da quanto tempo se n'era persa la memoria", commenta.

“Nell'area di Montegiorgio, invece, siamo stati nei pressi di Villa Fontebella, dove si trova un cunicolo lungo ben 200 metri, che serviva per l'approvvigionamento di una cisterna romana. La particolarità sta nel fatto che lì vicino probabilmente si trovava un villaggio importante, in quanto la cisterna ha la stessa misura di quella che è a Falerone”, racconta. Sempre nel comune di Montegiorgio, c'è un “custode” dei tesori sotterranei della cittadina: si chiama Aldo Ferracuti, non è un archeologo professionista ma la sua cultura può indurre a pensare che lo sia.

“Lo sa che Montegiorgio ha avuto un sindaco archeologo?”, dice col piglio di chi la sa lunga, mentre parla dei ritrovamenti dell'ex primo cittadino. In carica per qualche anno, dal 1891, Gian Battista Compagnoni Natali creò una vera e propria collezione e per diverso tempo gli oggetti (alcuni preistorici, altri piceni) furono conservati a Montegiorgio, per poi passare a Bologna, Ancona, Jena in Germania, anche a causa delle ristrettezze economiche in cui si trovò poi a versare l'ex sindaco. Contattando il Comune, i turisti possono visitare i diversi cunicoli paesani, dove si trovano testimonianze della storia montegiorgese: dai resti di antiche chiese, fino a lapidi funerarie a terra, legate a una delle famiglie più antiche del paese, gli Alaleona. Accanto all'ex chiesa di San Francesco, poi, è possibile visitare una grotta, probabilmente utilizzata dai monaci che un tempo abitavano il vicino convento.

“All'entrata c'era un pozzo, monito per i malintenzionati. Probabilmente c'era anche una statua con le fattezze di un leone per creare spavento, poi spostata all'esterno. Tutto ciò porta anche a chiedersi se, oltre che come deposito, i religiosi vi conservassero qualcosa a cui tenevano particolarmente. Purtroppo l'antico archivio è stato bruciato durante la seconda guerra mondiale, i soldati polacchi usarono i volumi per scaldarsi”, spiega Ferracuti. Negli ultimi anni, “Italia Nostra” ha iniziato a proporre passeggiate guidate alle Fonti storiche di Fermo. Perché non creare, anche, dei veri e propri percorsi turistici sotterranei?

“A Montegranaro le grotte sarebbero visitabili perché ad altezza d'uomo - afferma lo speleologo Massimo Spagnoli - a Fermo dove ci sono cunicoli costruiti per l'acquedotto e quindi di dimensioni più ridotte, è più difficile. Punti visitabili ci sarebbero tra Piazza del Popolo e la Cassa di Risparmio, nel tratto che corre lungo Corso Cefalonia. Si potrebbero creare percorsi interessanti come a Camerano, Rieti, Terni, dove sono riusciti a fare cose eccezionali”.


Silvia Ilari

Per ulteriori informazioni: www.fermosotterranea.it - Arkeo Montegranaro - www.comune.montegiorgio.fm.it. - www.italianostra.fermo.fm - Amici delle terre montegiorgesi

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