FERMO - Il reparto di Malattie infettive dell'ospedale Murri di Fermo ha un nuovo primario. E' il dr. Giorgio Amadio che dal 1° maggio ha preso il posto della dott.ssa Fiorenza Padovani. Nome e volto noto della sanità fermana, Amadio è molto apprezzato nell'ambiente e ha ricevuto elogi dal direttore dell'Area Vasta 4, Licio Livini, che ne l'ha definito "uno dei medici di punta della sanità fermana", sottolinenado come la nomina a primario sia il "riconoscimento finale per sua professionalità".
"Amadio – ha detto Livini durante la presentazione ufficiale – va a ricoprire un posto particolarmente importante, visto che il dipartimento di Malattie infettive di Fermo sta diventando un punto di riferimento per le Marche sud per numeri di ricoveri e attività ambulatoriali". Lodi anche dal suo predecessore, la dott.ssa Padovani che ha detto di apprezzare "la capacità di collaborare e la disponibilità sul piano umano oltre che professionale" del nuovo primario.
Che il reparto del Murri stia crescendo lo dicono i numeri. Gli ultimi disponibili si riferiscono al 2014 e dicono che i 13 posti letto ufficiali (in realtà sono 19) sono stati uilizzati per 397 ricoveri, mentre del posto letto in day hospital hanno usufruito 100 rpazienti. Circa 3.500 sono state le visite effettuate, 350 le consulenze al pronto soccorso e 212 quelle negli altri reparti.
Numeri a parte, com'è la situazione nel Fermano? A spiegarlo è lo stesso Amadio. "Per il fatto di essere invisibili e non controllabili – ha detto – le malattie infettive da sempre mettono paura. Oggi però le cose sono un po' cambiate, ma la percezione nella popolazione è sempre la stessa". "Ad esempio – ha continuato – l'hiv non è scomparso, semplicemente fa meno paura perché i farmaci hannno molto ridotto la mortalità delle persone infette. Oggi l'aspettativa di vita di una persona hiv positiva è quasi uguale a quella di una persona sana. Le terapie permettono una buona qualità della vita. Le complicanze che possono insorgere sono quelle di una malattia cronica".
Il reparto ha in cura circa 350 pazienti cronici, con tra cinque e dieci nuovi casi l'anno. "Sembrano pochi, ma essendo malattie legate a comportamenti delle persone, sono sempre troppi. C'è molta disinformazione e su questo dovremo lavorare anche nelle scuole". Se l'hiv sembra sotto controllo, a preoccupare adesso è altro: il ritorno di malattie debellate come la tubercolosi o l'aumento dei pazienti 'fragili', soprattutto anziani, esposti a germi "multiresistenti" che derivano da un uso scorretto degli antibiotici.
"Le malattie infettive sono cambiate – ha concluso Amadio – e non hanno più confini epidemiologici. La grande mobilità che caratterizza questi anni ha fatto ricomparire malattie ormai debellate come la tubercolosi e comparirne di sconosciute come zica (1 caso) o la schistosomiasi (quattro casi) (malattia infettiva causata dalla presenza di vermi parassitari, che può compromettere l'apparato urinario o l'intestino, ndr), guaribile assumendo una compressa che però dobbiamo importare dall'estero, non essendo finora una patologia conosciuta in Italia".
Francesca Pasquali