Due anni sono passati. In stallo il progetto per il Parco fluviale sul Tenna. L'ennesima occasione persa?

SANT'ELPIDIO A MARE - Scordiamoci il ponte ciclopedonale costruito sui piloni dell'ex condotta del gas. Scordiamoci le gare di canottaggio, i punti di avvistamento volatili e i cavalli per l'ippoterapia. E scordiamoci pure le strutture ricettive per visitatori e turisti. Almeno per ora. Sembra infatti naufragato il progetto di riqualificazione del Parco fluviale sul Tenna.

Presentato in pompa magna esattamente due anni fa, il progetto vedeva coinvolti la Provincia di Fermo e i Comuni di Sant'Elpidio a Mare, Monte Urano, Fermo e Porto Sant'Elpidio, con la Provincia pronta a mettere in campo 200mila per l'avvio dei lavori. A due anni di distanza ben poco è stato fatto e, a parte un paio di ripuliture dell'area, tutto è rimasto com'era.

"Con il tempo – spiega l'ing. Giuseppe Laureti, del settore Viabilità, Infrastrutture e Urbanistica della Provincia di Fermo, che si è occupato del progetto prima che fosse costituito un gruppo di lavoro ad hoc – è venuta meno la volontà politica. Quando le Province sono state riformate, i Comuni hanno avuto difficoltà a trovare interlocutori con cui confrontarsi e la stessa Provincia si è arenata tra vari problemi burocratici".

Quello che viene chiamato parco, in realtà è un'opera idraulica: una vasca di laminazione che, in caso di esondazione del Tenna, raccoglie l'acqua per poi farla defluire, impedendo l'allagamento delle zone circostanti.

"Non si tratta di un parco come tutti gli altri", precisa Laureti. "Il termine corretto è parco inondabile e, per questa sua caratteristica, è un bene demaniale di proprietà della Regione, il controllo e la manutenzione del quale spettano al Genio Civile della Provincia. Di conseguenza, per poterlo utilizzare i Comuni devono essere autorizzati dall'Ufficio tecnico della Provincia. Il fatto che si tratti di un parco esondabile non significa però che non possa essere utilizzato in altri modi nei periodi di magra".

Aspetti tecnici a parte, quello che dall'esterno tutti possono vedere è un polmone verde, dislocato su 40 ettari di superficie (28 di laghi artificiali e 12 di terreno) nel territorio di Sant'Elpidio a Mare, dove, a sentire chi c'è stato di recente, sono tornati a farsi vedere volatini rari, mentre i pescatori aspettano pazienti di portare a casa il loro bottino.

"Il problema – dice Laureti – è che il progetto non è stato sviscerato a sufficienza. Ci si è fermati all'attraversamento ciclopedonale, peraltro non realizzato, per la realizzazione del quale la Provincia aveva messo a disposizione 200mila euro. Quello che a mio avviso andava fatto e non è stato fatto è una sorta di piano regolatore degli spazi, per poi creare rapporti con le associazione interessate a operare all'interno del parco".

Quando si ha la fortuna di avere a disposizione uno spazio di questo tipo e quando altrove, su aree molto meno pregevoli dal punto di vista naturalistico, si costruiscono sistemi di turismo responsabile a diretto contatto con la natura, vedere il parco giacere in queste condizioni fa ancora più rabbia. L'ennesima occasione persa? Per ora, pare di sì.


Francesca Pasquali

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