"Bene affrontare l'emergenza ma occorre anche pensare al futuro". Le parole del sindaco di Sant'Elpidio a Mare Alessio Terrenzi

SANT’ELPIDIO A MARE – Fondamentale gestire l’emergenza ma altrettanto fondamentale è lavorare per programmare il futuro. Ne è convinto il Sindaco, Alessio Terrenzi, che dopo aver contribuito con idee specifiche a quelle che avrebbero potuto essere soluzioni per affrontare l’emergenza sul fronte sanitario, non si perde davanti alla realtà dei fatti: è indispensabile pensare, ora, ad interventi concreti per permettere al sistema economico di ripartire. Ed ha inviato una missiva al Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, per illustrare il suo pensiero.

“Dobbiamo essere lungimiranti e pensare al futuro – dice il primo cittadino elpidiense – e dobbiamo farlo ora, altrimenti rischiamo di pregiudicare quella ripresa economica di cui tutto il sistema ha bisogno. Credo che sia indispensabile lavorare a due tavoli paralleli fin da subito: da una parte, quello che si occupa dell’emergenza sotto tutti i suoi aspetti, dall’altro un tavolo di lavoro specifico per quella che chiamerei anche in questo caso ricostruzione. Perché se è vero che non ci sono case da ricostruire, come fu nel caso del terremoto, va ricostruito un percorso di rinascita economica che, purtroppo, questa situazione di emergenza sta minacciando alle fondamenta”.

A sostegno della propria tesi Terrenzi prende ad esempio Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna che ha chiamato a raccolta esperti del settore, con nomi anche importanti, per creare un team di lavoro su questo fronte.

“Nelle Marche abbiamo imprenditori che hanno fatto la storia dei rispettivi settori, economisti, un’intera facoltà di economia che sa il fatto suo – aggiunge Terrenzi – perché non coinvolgerli in un gruppo di lavoro che inizi a ragionare su come ripartire? Dobbiamo avere chiaro in mente che l’impegno, gravoso non lo nego, va distribuito su due fronti: l’emergenza (perché se non si supera l’emergenza non si avrà ripresa) e la rinascita dal punto di vista economico. Trovo indispensabile organizzare un tavolo di lavoro serio e competente, composto da imprenditori, economisti, statisti e, perché no, sociologi visto che l’aspetto sociologico della crisi in atto, dovuta all’epidemia, non è certo di secondo piano. Bisogna interrogarsi su quale sarà il futuro per le Marche, quale il futuro per l’agricoltura, l’artigianato, il turismo, i servizi, le piccole e medie imprese, le grandi industrie…

Tutti i settori stanno soffrendo, seppur in diversa misura. Cosa cambierà alla luce della difficile situazione che stiamo vivendo? Riusciremo a tornare a vivere e produrre come prima? Sarà opportuno tornare a comportarci come prima? Dovranno cambiare gli stili di vita? E il lavoro, le modalità lavorative, potranno rimanere lo stesso o sarà necessario uno scatto in avanti? Dove si dovrà investire? Si potrà farlo? Quali strumenti finanziari dovranno essere utilizzati? Se, ad esempio, si dovesse fermare una grande azienda come a Sant’Elpidio a Mare potrebbe essere quella di Diego Della Valle, si fermerebbe tutto l’indotto e tante famiglie ne pagherebbero le conseguenze. Come a Sant’Elpidio a Mare esempi analoghi si possono fare in ogni provincia. Dobbiamo pensarci ora, non possiamo aspettare.

Io non sono un economista per cui non è assolutamente mia intenzione dare delle ricette magiche. Mi pongo, però, il problema: se non lavoriamo ora su tutto questo, con un tavolo a cui possano sedere persone competenti, quando ci sarà la ripresa? Non credo che si abbia tempo da perdere nemmeno su questo fronte. Le imprese si stanno interrogando su quale sarà il loro futuro. Molti imprenditori stanno perdendo quella fiducia su cui hanno sempre fatto leva per affrontare le sfide del quotidiano. Non sanno a chi rivolgersi e si interrogano, con preoccupazione, su quale sarà il loro futuro, se ce ne sarà uno.

Tutti noi abbiamo paura e non solo per la minaccia che il virus rappresenta per la salute di ognuno. Abbiamo paura per il futuro della nostra società. Ed è la paura che, come ci hanno insegnato gli economisti, destabilizza i mercati ed è ancora peggiore della cristi strutturale in sé. Non a caso, la borsa oscilla proprio per la percezione che si ha della crisi, non tanto per la crisi in quanto tale. Mi auguro che a livello regionale si voglia ragionare concretamente su questo e che si mettano in campo tutte le forze (e il territorio marchigiano non è secondo a nessuno su questo) che hanno fatto grande la nostra economia”.

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