Capitan Furino vicino ai giovani calciatori. Un grande del calcio nazionale ospite a Montegranaro

CALCIO - I più giovani ne avranno sentito sicuramente parlare dai loro genitori o nonni appassionati di calcio; per i meno giovani il ricordo delle figurine Panini è ancora vivo, dove fra i tanti campioni in maglia bianconera, il più umile e forse meno televisivo era proprio il capitano juventino Beppe Furino.

Ebbene, nei giorni scorsi l'umile ma generoso centrocampista della Vecchia Signora allenata da Giovanni Trapattoni, vero recordman di scudetti – ben otto a cavallo fra gli anni '70 e primi anni '80 – è stato graditissimo ospite della Folgore Falerone Montegranaro, grazie alla solida amicizia con il Direttore Generale dei gialloblù Claudio Cicchi. Nel corso della visita allo stadio comunale di Montegranaro, dove ha salutato lo staff tecnico e dirigenziale della Folgore, impegnata nella lotta per conquistare la serie D (nella foto con il presidente onorario Bartolini e mister Bolzan), Furino ha avuto modo di apprezzare anche alcuni giovani del vivaio cittadino della Veregrense, oltre a scambiare alcune opinioni con gli appassionati presenti, dimostrando una grande cordialità e disponibilità.

“Sono sempre rimasto un grande tifoso dei bianconeri – ha detto – anche se da tempo non sono più direttamente nell'ambiente. Oggi è un calcio profondamente diverso da quello dei miei tempi. Ricordo quando giocavamo senza nemmeno uno straniero...”. A questo punto qualche tifoso con i capelli bianchi fa ricordare a Furino la notte di Bilbao (conquista della Coppa Uefa il 18 maggio 1977, ndr): “In quell'occasione riuscimmo a conquistare la prima coppa europea della Juventus con grande sofferenza, ma in campo eravamo tutti italiani”.

Furino cosa suggerirebbe ai tanti giovani che ancora oggi si avvicinano allo sport più praticato in Italia: “Innanzitutto di metterci tanta passione e dedizione. Mi rendo perfettamente conto che gli approcci con i primi calci non sono più quelli dei miei tempi, dove si iniziava dagli oratori e dai campi parrocchiali in genere; ci sono delle scuole calcio ben organizzate, al tempo stesso le società debbono investire sempre di più nei settori giovanili e avere pazienza. Purtroppo, capita sempre più spesso di giovani bravissimi in tenera età, che al momento del passaggio nelle prime squadre non riescono ad esprimersi al meglio, ma la fretta è sempre cattiva consigliera...”.

Endrio Ubaldi

Ultima modifica il Giovedì, 02 Aprile 2015 10:16

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