L’accoglienza cambia, e si completa

FERMO - “Non è possibile immaginare di stoppare i flussi migratori, soprattutto quelli dei richiedenti asilo che fuggono da situazioni di pericolo. Il successo o l’insuccesso delle politiche di accoglienza è determinato da quanto Stato ed Enti locali sono pronti a mettere in campo per favorire l’integrazione”. Usa queste parole l’assessore alla Cultura di Fermo Francesco Trasatti per presentare il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) “Era domani”, promosso dalla Cooperativa Sociale Nuova Ricerca Agenzia Res e rivolto ai richiedenti asilo. Come dice il nome, il progetto si pone come fase di passaggio tra il presente e il futuro di queste persone – perlopiù giovani tra i 18 e i 30 anni, tra loro anche alcune ragazze vittime di tratta – scappati dai loro Paesi e arrivati in Italia in cerca di un futuro migliore.

Un progetto sperimentale quello di Fermo, unico per ora nelle Marche e con pochissimi analoghi in Italia, finanziato dal Fondo nazionale per le politiche per l’asilo del Ministero dell’Interno. Un progetto che riguarderà 32 persone (18 uomini, 10 dinne e 2 nuclei monoparentali), seguite da un’equipe di sei professionisti, e che darà la possibilità a questi giovani di vivere all’interno di alcune famiglie fermane. Un’accoglienza multidisciplinare e integrata, insomma, che prevede per loro un percorso di inserimento lavorativo, sociale e abitativo. “A fare la differenza rispetto agli altri progetti rivolti ai richiedenti asilo – spiega Alessandro Fulimeni, responsabile dei progetti Sprar per la Cooperativa Sociale Nuova Ricerca Agenzia Res – è che, in questo, caso, si va oltre la fase della prima accoglienza. Non si fa assistenzialismo, ma si cerca di dotare queste persone di strumenti che li rendano autonomi e che li aiutino ad inserirsi nel mondo del lavoro”.

Le famiglie che accoglieranno i richiedenti asilo saranno scelte in collaborazione con i Servizi sociali del Comune. Ogni famiglia riceverà 500 euro al mese, somma ricavata dai “famosi” 35 euro al giorno che lo Stato versa per ogni richiedente asilo che arriva sul suolo italiano e che, a differenza di quanto molti pensano, non sono a loro diretta disposizione. Quella economica non deve però ovviamente essere la motivazione principale a spingerà le famiglie ad accogliere questi ragazzi. “Le famiglie – dice Maria Jolanda Dezi, dell’equipe di lavoro (gli altri componenti sono Gianluca Del Papa, Marco Milozzi, Michele Marchetti, Cristina Girotti e Cristina Menghi) – saranno selezionate in base alle loro motivazioni, alle reali intenzioni e a criteri logistici di ospitalità”.

Nel complesso, l’esperienza durerà circa un anno. Non tutti i richiedenti asilo possono partecipare al progetto. Per farlo devono rispondere ad alcuni requisiti, come il possesso dello status di rifugiato, l’aver iniziato un percorso di inserimento lavorativo e la padronanza della lingua italiana. Prima di entrare in famiglia, il giovane firmerà un contratto “rigoroso”, in base al quale, ad esempio, se si dedicherà all’accattonaggio o salterà le lezioni di italiano sarà escluso dal progetto.

Quello di Fermo è il quinto progetto Sprar sul territorio provinciale. In totale sono 94 i ragazzi coinvolti: 37 in un progetto della Provincia che riguarda i Comuni di Fermo, Sant’Elpidio a Mare, Porto Sant’Elpidio e Monte Urano, 5 a Porto San Giorgio (progetto rivolto a persone con disagio mentale), 32 a Fermo e 20 a Porto San Giorgio.


Francesca Pasquali

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