Bambini con scarsa concentrazione, adolescenti in panne: lo psicologo clinico Marco Brandi parla dei minori nell’estate post-covid

MARCHE - Dalla fine del lockdown, ci stiamo tutti adattando a un mondo nuovo, fatto di mascherine e distanziamento sociale. È stato così per gli adulti, ma anche per bambini e adolescenti. In particolare, durante l’estate questi ultimi sono stati spesso protagonisti delle cronache locali. A causa di un incremento di risse sui lungomare delle nostre città costiere, compreso un accoltellamento, molto si è parlato dei loro disagi. Parliamo con lo psicologo clinico Marco Brandi.

Dottor Brandi, è possibile che restare in casa per mesi, abbia reso per alcuni di loro più difficile il ritorno alla vita di tutti i giorni?

Negli adolescenti è venuta a mancare la parte sociale, quella di contatto, di pelle. In casa hanno investito tutte le energie, immagazzinando frustrazioni e aspettative guardando gli schermi dei cellulari, cercando di fare una lista di tutte le cose che avrebbero voluto fare appena usciti. I meccanismi autoregolativi nel periodo preadolescenziale e adolescenziale sono ancora rudimentali e la voglia di sperimentare è prorompente. I ragazzi che ho avuto modo di osservare raccontano di aver peggiorato il rapporto con i genitori con cui erano in casa. Hanno avuto, inoltre, bisogno di risolvere tante diatribe accumulatesi con amici e amori durante il periodo di lockdown e spesso l’hanno fatto nella maniera sbagliata. Gli avvenimenti violenti che interessano il nostro territorio, ci dicono piuttosto che l’adolescenza è una terra di nessuno, che necessita di coinvolgimento sociale e di attenzione. In quarantena hanno inoltre accumulato miti e modelli del mondo virtuale, con cui misurarsi poi nella vita reale: un lavoro davvero durissimo” afferma Marco Brandi, psicologo clinico.

E i bambini?

“Quelli che hanno frequentato il mio centro estivo per esempio, parlo della fascia 6-11 anni, sono stati davvero difficili da coinvolgere quest’anno. Hanno manifestato scarsa concentrazione, aggressività latente. In parte, si sono sentiti smarriti senza l’impegno scolastico che dava loro una misura del loro valore e del numero di relazioni soddisfacenti che riuscivano ad avere. Una delle attività predilette è stata la lotta, o la competizione a livello fisico: hanno avuto bisogno di tantissimo tempo da spendere in questi giochi”.

Cosa è cambiato nell’organizzazione del lavoro nel centro estivo? come hanno recepito i bambini le disposizioni anti contagio?

Ho organizzato il tutto insieme a Monia Isidori, pedagogista, presso l’Azienda Agricola Fontegranne di Belmonte Piceno. Come da indicazione, abbiamo fatto dei gruppi di numero contenuto e siamo stati sempre all’aperto. Le mascherine sono state utilizzate nelle attività a stretto contatto. Per evitare assembramenti, abbiamo perso però una nostra consuetudine: la festa con aperitivo di prodotti a km 0 con tutti i genitori e i bambini, l’ultimo giorno. I bambini sono stati davvero bravi nel seguire le regole: ciò è per noi adulti, un grande insegnamento di adattabilità e plasticità da parte loro”.

Silvia Ilari

Devi effettuare il login per inviare commenti

Annunci

Vai all'inizio della pagina
Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione