Amandola, donato un defibrillatore alla Confraternita e alla parrocchia del Beato Antonio in memoria di Primo Colibazzi

AMANDOLA - Quella di domenica scorsa, è stata una messa diversa dal solito per i parrocchiani amandolesi: la famiglia di Primo Colibazzi (di cui ricorreva il primo anniversario della morte, a 89 anni) ha donato un defibrillatore alla Confraternita e alla Chiesa del Beato Antonio in sua memoria. Il motivo di questo bel gesto di generosità da parte della vedova Giuseppina, delle figlie Rita e Anna con mariti, figli e nipoti, è legato a un episodio accaduto tre anni fa a Primo, salvato da un attacco cardiaco che l’aveva colto mentre si trova nei pressi della piazza del paese, proprio grazie a un defibrillatore collocato nelle vicinanze dal Comune.

<Destino ha voluto che, in quel momento, passasse di lì la dottoressa Andrea Alexandra Sabin, cui rinnoviamo la nostra più sincera gratitudine, che è intervenuta prontamente con un massaggio cardiaco e, grazie alla presenza del defibrillatore collocato nelle vicinanze, riuscì a rianimare Primo e a salvarlo. Un gesto, una professionalità e quel dispositivo hanno fatto la differenza tra la vita e la morte> ricordano i familiari. E’ a questo punto che è entrata in azione la Bmm Instruments srl che, attraverso la sede di Massignano, ha attivato il progetto Forward Hearts <che permette a chi è sopravvissuto a un arresto cardiaco improvviso di salvare un’altra vita donando un defibrillatore. Oggi la famiglia crea le condizioni perché chi dovesse trovarsi nelle condizioni di Primo possa avere la stessa opportunità di essere salvato> ha spiegato Andrea De Blasi della Bmm Instruments, consegnando l’apparecchio alla famiglia Colibazzi che l’ha donato al parroco, don Armanzio, mostrandone la semplicità di utilizzo e attivandolo. <Il nostro grazie – hanno aggiunto i donanti – va alla Bmm Instruments che ci ha permesso di donare il defibrillatore alla Confraternita e alla parrocchia, così come era nella volontà del nostro Primo. Sappiamo, per esperienza diretta quanto un defibrillatore sia uno strumento prezioso, potendo restituire un battito, un respiro, una speranza>.

E alla famiglia Colibazzi, tre anni fa, ha consentito di poter godere ancora per qualche tempo della cara presenza di un marito, un padre, un nonno.

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