Di Sergio Soldani Giorgio aveva avuto un’infanzia e un’adolescenza tormentate, i genitori Gaspare e Rossella litigavano sempre. Operaio lui, infermiera lei, non riuscivano a trovare una sola idea simile nella vita fin dal terzo anno di matrimonio, perché il genitore si riteneva convinto che sua moglie fosse l’amante del primario del reparto infettivi dell’ospedale di Quincinetto. Il piccolo Giorgio quando li sentiva urlare come forsennati entrambi, si rinchiudeva e piangeva nel bagno, cercando di ricordare la voce della nonna materna Marcella, che gli raccontava nelle versioni più svariatamente semplificate, la storia di Pinocchio, in quei momenti il bambino sperava in cuor suo che potesse diventare di legno anche lui. Poi più semplicemente stringeva le sue manine sugli orecchi e chiudeva forte gli occhi.
Ora Giorgio ha quarant’anni, si è sposato con Silvia e sono ambedue infermieri: lui a diabetologia, l’altra a chirurgia, nell’ospedale di Ancona. Trovato un bell’appartamentino nell’accogliente e vicina Osimo che pagano con un mutuo coperto da una rata mensile proveniente dai due stipendi della sanità pubblica italiana, vivono di comune accordo e possiamo anche confermarlo, si amano e si rispettano ottimamente senza eccessivo sforzo.
Il problema che potrebbe turbare tale felice unione è l’insonnia che perseguita Giorgio con sogni che lo riportano ai violenti litigi dei suoi genitori, fino a quando non si separarono poco dopo che lui compì quattordici anni. Fu lì che si trasferì a vivere a Porto Sant’Elpidio dallo zio materno Vincenzo che lo fece studiare...
Ultimamente però lui ha incontrato un’insegnante di Yoga di nome Peter che gli impartisce lezioni di questa disciplina due volte a settimana e il giovane operatore della salute pubblica ha ritrovato il sonno. Silvia non sta nella pelle per la felicità il suo amore dorme fino a sei ore di seguito a notte, quando non avrebbe mai creduto si risolvesse la terribile sofferenza del marito.
Per sdebitarsi con quell’istruttore di origine americana, lo invita spesso a pranzo, e in una allegria collettiva con almeno altri due commensali raccolti dalle parentele degli sposi, costui, nonostante le regole alimentari dello yoga, mangia a crepapelle preferendo saporitissimi arrosti di maiale marchigiano, la coratella e le olive all’ascolana.