Il Teatro dell'Aquila di Fermo è tra i più belli e più capienti teatri storici delle Marche, situato in Via Giuseppe Mazzini, 6, l'antica strada che porta da Piazza del Popolo al Girfalco e al Duomo.
Inaugurato originariamente nel 1791 con l’opera "La distruzione di Gerusalemme", è stato da pochi riaperto al pubblico, dopo un minuzioso e accurato intervento di restauro .
Tuttavia una struttura teatrale era già presente a Fermo a partire dal 1688 in una sala del Palazzo dei Priori. Destinato ad un ristretto numero di nobili fermani, il teatro era praticamente aperto a tutti i cittadini. La decisione di trasferire il nuovo teatro nella strada del Girone, dove è attualmente ubicato, venne presa dopo che il precedente fu devastato da un incendio.
La tipologia costruttiva di questo bel teatro ricalca i canoni settecenteschi del teatro "all’italiana": da una parte l’accesso e i locali di rappresentanza, la salita ellittica troncata dal boccascena e l’alzato ad alveare dei centoventiquattro palchi su cinque ordini a cornice della platea, per una capienza complessiva di circa 1000 posti..
Il palcoscenico è molto ampio e attrezzato.
Il foyer si dirama in due sale rettangolari dalle quali si accede alla platea; due rampe di scale permettono di accedere ai primi tre ordini di palchi.
La platea, con il soffitto a volta, è separata da una balaustra in ferro dal golfo mistico che può ospitare fino a 31 orchestrali più il direttore. Le decorazioni sono a stucco e dorature realizzate dai fermani Vincenzo, Enrico e Riccardo Moranesi e dal maceratese Biagio Baglioni.
Pregevole è il dipinto del soffitto, pittura a tempera opera di Luigi Cochetti (Roma 1802-1884), allievo del Minardi, raffigurante i Numi dell'Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo.
Al centro splende il lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo ordinato a Parigi nel 1830.
Notevole anche il sipario, anch'esso opera del pittore Luigi Cochetti, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano.
In occasione della solenne riapertura nel 1830 lo scenografo scaligero Alessandro Sanquirico (Milano1777-1849), il maggiore del tempo, dipinse per il Teatro alcuni suggestivi fondali, quattro dei quali ancora conservati nei magazzini.
Il palcoscenico di circa 350 metri quadrati e l'acustica perfetta ne fanno una delle sale storiche più prestigiose d'Italia.
Il Teatro dell’Aquila vanta una prestigiosa tradizione scenica avendo ospitato nel corso della sua storia importanti stagioni di prosa e liriche che tra gli altri hanno visto anche la partecipazione di Beniamino Gigli e Renata Tebaldi.
E’ tornato ad essere il centro di una ampia e prestigiosa attività artistica, dopo un restauro che nel 1997 lo ha restituito al suo antico splendore.
SCHEDA TECNICA
Tipologia: Sala ovale con cinque ordini di palchi.
Posti: 1000
Periodo di costruzione: 1780/1791
Progettista: Arch. Cosimo Morelli