Senza credito non si cresce e non si compete. Il Fermano perde 208 imprese in 6 mesi

FERMANO - “Senza credito non si investe, non si cresce, non si compete”. Il messaggio è chiaro, a lanciarlo è il Presidente della CNA Territoriale di Fermo Paolo Silenzi, nell’iniziativa del 20 giugno dedicata proprio al tema del credito alle pmi, nella quale intervenuti Ermanno Traini, direttore generale di Carifermo spa, e Irene Mancinelli, direttore della filiale fermana di Uni.Co, mentre Paola Fava, responsabile dei crediti speciali del confidi Uni.Co, ha illustrato i punti principali di alcune importanti misure di recente pubblicazione da parte della Regione Marche.

Silenzi e Migliore, Direttore Generale dell’associazione di categoria, a sei mesi dall’inizio del 2019 fanno il punto sulla situazione economica del Fermano, con una panoramica sulla demografia delle imprese e un focus sul tema del credito appunto. “E’ necessario mettere in campo tutte le azioni affinché il territorio inverta la rotta – dice Silenzi - e riesca a cambiare il trend che, per alcuni settori in particolare, si dimostra piuttosto negativo: nei primi 5 mesi del 2019 il Fermano perde 208 imprese, pari a -1,13%, rispetto al –0,88% che si registra a livello regionale, facendo scendere da 18.378 a 18.170 il numero delle imprese attive, su un totale di 147.552 imprese nelle Marche censite a maggio 2019”. La perdita si concentra soprattutto in settori quali: commercio (-104), attività manifatturiere (-66), agricoltura (-61), costruzioni (-30). In calo anche le imprese dei servizi al turismo: il comparto soggiorno e ristorazione perde 20 unità da gennaio ad oggi. In provincia le imprese crescono di numero invece in particolar modo per alcuni settori del terziario: servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, attività professionali scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.

“Non va meglio per l’export – prosegue Silenzi - nel primo trimestre 2019 le esportazioni dalla provincia calano notevolmente rispetto allo stesso periodo del 2018, segnando -8,6%. Si tratta di un dato che acquista ulteriore rilevanza se si considera che per le Marche, lo stesso trimestre ha registrato un notevole aumento dell’export, con +5,8%. Il calo più rilevante in termini assoluti è quello dell’export calzaturiero fermano, che si attesta a -9,9%: questo è segno di una evidente perdita di competitività del settore sui mercati esteri, che si verifica proprio mentre l’export dello stesso settore per il complesso del Paese segna +5,6%”. In difficoltà anche il resto delle attività pellettiere fermane, con una variazione negativa che registra nella nostra provincia un -3,9% al quale invece corrisponde un deciso progresso dell’export italiano, con +13,8%.

Aggiunge il presidente: “A questo proposito ricordiamo l’azione concreta intrapresa dal Tavolo Provinciale per la Competitività e lo Sviluppo nei confronti del MISE per l’attivazione del distretto fermano maceratese come area di crisi industriale complessa. Il lavoro del comitato di coordinamento e controllo è partito già da qualche settimana e il rapporto con la Regione Marche è costante. Chiediamo di adeguare la normativa vigente alle specificità del tessuto economico del territorio, abbassare la soglia di investimento, rendere ammissibili i contratti di rete, ampliare la tipologia delle spese ammesse nei piani di investimento”.

Nell’incontro il Direttore Migliore ha aggiornato il dato sulla dimensione associativa della CNA Territoriale, con 1816 associati tra abbinati Inps e soci diretti, per poi evidenziare alcune dinamiche del credito locale: “I prestiti totali alle imprese calano del 5% nel Fermano e del 5,4% a livello regionale. Nonostante questo da noi il calo dei prestiti è più marcato rispetto al dato regionale sia per le attività manifatturiere (rispettivamente -3,2% e -1,8%) sia per il terziario (-7,7% contro -6,1%). Nelle Marche nel 2018 i Confidi hanno garantito all’80% 5.120 richieste di finanziamento da parte delle imprese, per 756 milioni di euro, con una crescita del 18% rispetto al 2017, quando le operazioni garantite erano state 4.332. A Fermo i Confidi hanno garantito 837 richieste di prestito delle imprese per 102 milioni”.

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