Il bilancio di Lineapelle tra luci ed ombre

FERMANO - Lineapelle si conferma il momento chiave per conciatori e accessoristi. Soprattutto è il riferimento internazionale per il nostro settore che, più di altri nel mondo della moda, concentra i propri affari lontano dall’Italia. sono stati tre giorni intensi. Non si può parlare di soddisfazione, perché come spesso capita c’è chi ha lavorato e chi ha accusato più di altri la crisi che sta toccando il settore calzaturiero e del mondo della pelle in generale”. Sara Santori, presidente degli accessoristi di Confindustria Centro Adriatico di ritorno da Milano presenta il bilancio dell’appuntamento fieristico che riempie i padiglioni della fiera di Milano a Rho. “Due i punti chiave al termine della fiera: una buona affluenza da un lato, luci e ombre sulle aziende dall’altro. Parto dal primo: buyer da Cina, India, Spagna, Medioriente e Russia hanno permesso, soprattutto al settore conciario, di lavorare. Qualche difficoltà in più per gli accessoristi per la frenata del mercato italiano, in particolare del settore calzaturiero. Per quanto riguarda invece le luci e le ombre, la differenza è legata al prodotto presentato in fiera. Mai come in questa edizione i buyer hanno cercato prodotti innovativi, hanno premiato la ricerca. Seconda differenza tra chi torna in azienda più o meno soddisfatto è dovuta alla tipologia di cliente: chi lavora con l’estero ha sicuramente avuto una chance in più di chiudere ordini”.

Il mondo della pelle e il settore della fornitura di materiali, componenti e accessori per la fashion & luxury insieme in Italia valgono oltre 150miliardi di dollari. Tra il Fermano e il Maceratese si muove uno dei distretti principali a livello italiano. “Il nostro distretto - aggiunge la Santori - sta cercando di affrontare da protagonista il cambiamento. Il punto è che non basta più solo l’intuizione dell’imprenditore, che resta un valore aggiunto dentro Lineapelle. Poi serve la ricerca, serve l’investimento. I grandi gruppi, che si sono affacciati anche in questa fiera, chiedono sempre qualcosa di più e sono un riferimento importante per le nostre imprese. Vengono e chiedono tutto, dal tacco alla suola passando per la pelle, e vogliono ad esempio tutto biodegradabile. Dobbiamo e possiamo essere pronti. Bisogna stare al passo con le tendenze”.

Ma non tutti cercano il bio: “È stata anche la fiera che ha confermato la crescita dei colori fluo. Se da un lato c’è l’ecosostenibilità con i prodotti rifiniti con l’acqua senza solventi, anche per tacchi e suole, dall’altro c’è la spinta all’alta tecnologia, con tessuti lavorati a laser o alta frequenza, che danno l’effetto 3D”. Promossa l’idea di Lineapelle di puntare sull’Innovation Square: “Un punto di incontro lungo il corridoio principale. Un luogo di riflessione su materiali, sull’innovazione del prodotto, dal tessile alla pelle. Spunti interessanti che magari l’espositore non ha potuto seguire, ma per buyer, visitatori e stilisti è un in più interessante”. Alla fine restano i padiglioni pieni di buyer e la consapevolezza che chi l’internazionalizzazione è fondamentale: Non abbiamo altre risposte alla difficoltà del calzaturiero che quella di guardare lontano. Sapendo però che all’estero la concorrenza è ancora più forte e che il cliente chiede sempre maggiore qualità e novità. I concorrenti si rafforzano, crescono i turchi. Ma rispetto al mondo delle scarpe abbiamo un vantaggio: noi da sempre dobbiamo lottare con chi produce fuori dall’Italia, perché Lineapelle da sempre è un mix tra made in Italy ed estero” conclude Sara Santori.

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