Un trionfo per il festival "Le parole della Montagna"

SMERILLO - La settima edizione del Festival Le Parole della Montagna, con un programma culturale di elevatissimo livello, ha fatto registrare un enorme successo ed ha confermato che il progetto smerillese è una proposta vincente ed unica nel suo genere. E non è questione di numeri, o almeno non solo. Certo a Smerillo, nelle giornate del festival, sono arrivate da tutta Italia migliaia di persone, come conferma il tutto esaurito nelle strutture ricettive di Smerillo e nei comuni limitrofi. Ma il vero successo è andato oltre la grande affluenza di pubblico e si è radicato nell'atmosfera che i tanti partecipanti hanno trovato nel piccolo borgo fermano durante l'intera kermesse e che ha permesso loro di vivere un'esperienza personale e culturale che ha lasciato il segno.

Complice il piccolo borgo fermano, che a tutto titolo si merita oramai l'appellativo di Tibet delle Marche, il festival ha lasciato che le parole della montagna si accompagnassero ai laboratori esperienziali, alle conversazioni fuori dai riflettori con i relatori intervenuti, fino ai momenti di convivialità, dando vita così ad una cultura condivisa, non accademica, aperta al sacro, proprio come nelle intenzioni del festival.

In questa ambientazione si sono snodati eventi diversi fra loro, ma intessuti insieme in un ordito perfetto, che hanno offerto riflessioni sulla vertigine, parola posta a tema dell'intera edizione, spaziando dalle scelte filosofiche che spingono a camminare su un filo, all'ascesa non solo simbolica, delle grandi vette; dalla vertigine dell'uomo davanti a Dio in un dialogo fra le tre religioni monoteiste, all'attrazione verso il vuoto in termini filosofici; dal confronto fra etica e scienza nell'era del post-umano alla ricerca della Verità nel camminare. Non è mancato poi l'appuntamento annuale con la poesia, in una agorà aperta a tutti, con i migliori protagonisti della poesia contemporanea. E la grande arte con l'esperienza vertiginosa di un'installazione in 3D che permetteva di entrare nell'opera. Ma non sono stati da meno i momenti di musica raffinata, accompagnati dalla musicalità di versi poetici in lingua persiana, così come l'esperimento musicale del fado sposato con il blues. Il tutto in uno scenario mozzafiato, su un un prato proteso verso l'infinito, dal mare ai monti, oppure in uno dei tanti scorsi che il piccolo borgo offre. Insomma, niente di banale, niente di scontato, niente di messo lì solo per riempire il programma. E questo il pubblico lo ha ben capito.

L'ovazione dell'ultimo giorno era un chiaro riconoscimento di chi aveva vissuto un'esperienza nutriente per l'anima.

“Siamo molto soddisfatti” - dichiara il Direttore Artistico Simonetta Paradisi - “Il merito va a tutti i volontari che credono e lavorano sodo per realizzare questo progetto, in particolar modo i giovani dello staff, senza i quali non sarebbe stato possibile organizzare un programma così curato nei dettagli”.

E così, mentre il popolo della montagna continua a godere delle mille benefiche sollecitazioni ricevute, si comincia a pensare alla parola del prossimo anno.

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