Porto San Giorgio dal mare ai suoi vicoli, nello sguardo di Monia Marchionni

PORTO SAN GIORGIO - Apprezza i riconoscimenti. Ma li considera punti di (ri)partenza. Occasioni per far conoscere la propria arte, per tessere relazioni e progetti. Soltanto lo scorso 26 settembre Monia Marchionni, 39enne fotografa sangiorgese, ha vinto con i 24 scatti di “Primo Amore” il Premio Ghergo 2020, consegnatole a Montefano in occasione dell'inaugurazione di una mostra che sarà visitabile fino al 6 dicembre. Lo scorso anno, invece, si era aggiudicata il Life Framer, ottenendo il secondo posto nella categoria Street Life. Una crescita costante, che però non le ha fatto perdere di vista una priorità: rendere credibile il proprio sguardo, semplicemente fermando la realtà nel tempo.

Monia, come definiresti Primo Amore?

“Poetico e verosimile. Poetico perché il mio intento è quello di trasformare la narrativa quotidiana in poesia quotidiana. La poesia riesce ad esprimere concetti e stati d'animo in modo evocativo e potente grazie ai versi, alla metrica, alla musicalità delle parole. Io faccio la stessa cosa andando a comporre una scena con gli oggetti e con le persone perché la poesia è ovunque, anche in un giorno qualunque. Verosimile perché mostro la mia versione della realtà, sincera e personale, e per questo credibile agli occhi di chi guarda.”

Che ruolo dai alla fotografia in questa contemporaneità così fugace e sfuggente?

“Per me la fotografia è un mezzo che mi permette di realizzare le visioni che nascono dalla curiosità verso un luogo o dalla necessità di lavorare su fatti privati. Il ruolo che io dò alla fotografia è di rendere visibile l'invisibile, che sia l'immagine di un luogo o la storia di una persona, il percorso che porta ad avere quel risultato è sempre lo stesso: curiosità, conoscenza, necessità, sintesi. La grande capacità che risiede nella fotografia, è quella di fermare il tempo in quel preciso istante che decido di scattare e tutta quella vita - vissuta o immaginata - rimarrà per sempre la stessa, continuerà ad esistere proprio perché l'ho “bloccata”. Non sono padrona del mio tempo, io vado a tempo, con la fotografia è il contrario.”

Quale legame hai con la tua città?

“Le voglio bene, sono affezionata come a qualcuno che conosci da tanto tempo e che ti ha vista crescere, come una nonna. Il legame con la propria terra si sente quando ci si allontana. Quando sono partita per fare l'università a Bologna non sentivo assolutamente la mancanza di Porto San Giorgio, troppo piccola, poco attraente per la ventenne che ero, avevo bisogno di nuove opportunità, di confrontarmi con una città cosmopolita, ma sentivo la necessità di tornare spesso perché avevo legami molto stretti: il mio fidanzato che è poi diventato mio marito, la mia famiglia, i miei amici. Quello che non vedevo era il potenziale della mia città, non avevo ancora uno sguardo strutturato. Poi, quando ho fatto ritorno da adulta, ho capito che a mancarmi erano anche i pranzi della domenica in famiglia, le strade, i negozi, i sabato sera in Piazza, l'estate al mare, le passeggiate in solitaria. Porto San Giorgio mi era mancata come manca una nonna o una madre quando non la si ha più. E dunque ho cominciato a scrivere lettere d'amore con la luce, da qui la scelta del nome da dare al progetto: Primo Amore.”

Focalizziamo l'attenzione sui due capitoli: il mare e il Paese.

“IL MARE. Dal 2018 fino all'estate estraniante del 2020 ho raccontato Porto San Giorgio partendo dal mare, dal Porto Peschereccio che è l'anima della città. Mi sono ritratta davanti ad Mercato Ittico come un pesce fuor d'acqua, era l'alba ed è stato l'inizio di una lunga giornata visionaria che ha scardinato le regole del tempo e che è terminata al tramonto due anni dopo. Questo è il fil rouge che lega le immagini, una giornata dove lo spazio temporale di 24 ore si dilata in 24 mesi. In questo giorno tutto è possibile, le immagini sono semplici e potenti, le persone e gli oggetti sono tutti parte di un racconto dal finale aperto, un racconto dove la spiaggia è sempre riconoscibile, ma mai descritta.”

“IL PAESE (2020 - ). Con la stessa struttura lavorerò sul paese, il mio approccio è quello della stage photography, andrò ad allestire scene nelle chiese, nel teatro, nelle strade, nel castello, nelle ville e giardini, nelle piazze e parchi, nei vicoli del borgo storico e nei negozi, in tutti quei posti che saranno di ispirazione. Farò sopralluoghi, coinvolgerò di nuovo i sangiorgesi, farò degli schizzi preparatori sullo sketch book che porto sempre con me e poi tutto prenderà vita.”

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/monia_marchionni/

Andrea Braconi

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