Nuova veste per i locali del Museo del Cappello di Paglia

MASSA FERMANA - A seguito dello scioglimento dell’associazione che li avevano in gestione, gli spazi del museo cittadino di Massa Fermana sono tornati nelle mani dell’amministrazione comunale. Non essendo stata stipulata una nuova convenzione, il Comune se ne occuperà a tutto tondo.

All’interno si trovavano, in precedenza, cappelli e macchinari storici, alcuni di proprietà di un privato che ha optato per portarli via. L’attuale idea del sindaco Caraceni prevede di utilizzare gli 80 metri quadrati a disposizione per una sala polifunzionale e multimediale. Il primo cittadino è intenzionato a spostarvi la mostra permanente dedicata ad Ada Natali, prima donna sindaco di Massa Fermana e di tutta Italia nel 1946. L’esposizione è ospitata attualmente nella sala consiliare. Oltre a ciò che è già visibile, scopo dell’amministrazione è aggiungere ulteriore materiale al momento non esposto, tra cui la targa portata dall’ex Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, in occasione del 70° anniversario del diritto di voto alle donne e in ricordo dell’elezione della Natali.

Inoltre ad arricchire il tutto, ci saranno anche i libri antichi e gli studi di Don Gildo, parroco massetano amato dalla comunità che proprio a quest’ultima ha voluto donare i testi della sua libreria. Gli eredi che attualmente conservano il materiale, si sono già presentati in Comune dando la disponibilità per la cessione. Attenzione sarà posta anche all’ambito multimediale con la presenza di computer, da affiancare all’area biblioteca così da creare un ambiente anche per gli studenti sia per studiare sia per effettuare ricerche. Il cappello non sarà messo del tutto in disparte, infatti saranno comunque presenti oggetti di produzione dello stesso e almeno una delle 60 biciclette di Bruno Rastelli, la cui collezione conta anche 150 moto d’epoca. Le biciclette di Rastelli sono legate da un filo conduttore, quello dei mestieri: così c’è la due ruote dell’avvocato, del notaio così come quella del giornalista e dell’arrotino, nel segno di una tradizione artigiana a cui il collezionista appartiene.

Silvia Ilari

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