FERMANO - C'è un Fermano segreto, custodito dietro portoni che raramente si aprono, celato nelle pieghe di colline dove la storia si stratifica da secoli. È questo territorio nascosto, intimo e prezioso, che le Giornate FAI d'Autunno promettono di svelare sabato 11 e domenica 12 ottobre, in un'edizione che assume un significato particolare: celebra i cinquant'anni del Fondo per l'Ambiente Italiano, mezzo secolo speso a difesa del patrimonio culturale e paesaggistico della Nazione.
La presentazione, giovedì 3 ottobre al Palazzo Alaleona di Montegiorgio, aveva già il sapore dell'eccezionalità. Il palcoscenico stesso dell'incontro – saloni affrescati, cantine voltate, stucchi settecenteschi – è uno dei tesori che per la prima volta si apriranno al pubblico, grazie alla generosità di Bros Manifatture e della dottoressa Beatrice Beleggia. Un gesto non scontato, in tempi in cui il privato tende a ripiegarsi su se stesso, e che il professor Maurizio Petrocchi, capo delegazione FAI di Fermo, ha sottolineato con evidente commozione.
«Restituire alla comunità ciò che la comunità ha prodotto», ha sintetizzato il sindaco di Montegiorgio e presidente della Provincia Michele Ortenzi, circondato da una platea dove si mescolavano autorità istituzionali, tra cui la sindaca di Altidona Giuliana Porrà e l'assessora alla cultura di Montegiorgio Michela Vita, rappresentanti scolastici e, dettaglio non secondario, il presidente regionale del FAI Marche Giuseppe Rivetti, venuto a testimoniare l'importanza che la rete nazionale attribuisce a questa edizione.
L'itinerario è ambizioso: quattro luoghi, quattro anime del Fermano. Montegiorgio non offre solo il suo palazzo nobiliare, ma anche il Teatro Domenico Alaleona e le chiese del centro storico, in un percorso che ricompone l'identità culturale del borgo. Ad Altidona, invece, la dimensione è duplice: medievale nelle mura castellane e nella chiesa di Santa Maria e San Ciriaco, contemporanea nella Casa della Cultura, dove l'artista belga Ludwig van Molle ha creato un'installazione permanente sull'amore come forza generatrice. L'artista sarà presente sabato mattina per un incontro che promette di intrecciare musica e pittura, grazie alla collaborazione dell'Archivio Dondero.
Ma è forse a Campofilone, tra le colline che guardano il mare, che l'esperienza assume una dimensione quasi mistica. Mondomini, 8500 ulivi, alcuni millenari, non è solo un ecomuseo: è un manifesto di civiltà contadina, un dialogo ininterrotto tra uomo e paesaggio che la famiglia Uffreduzzi custodisce con dedizione quasi monastica. Qui la terra parla ancora, nei profumi dell'olio appena estratto, nei sentieri che si snodano tra i tronchi nodosi, nella pazienza che il tempo agricolo richiede.
Infine, Fermo, con la sua "Campagna Nobile": ville patrizie accanto a case coloniche, salotti borghesi e oratori privati, architettura colta e architettura spontanea che convivono nel paesaggio della mezzadria. Un racconto stratificato dove il valore estetico si intreccia indissolubilmente con quello sociale, economico, antropologico.
Protagonisti silenziosi ma decisivi saranno gli Apprendisti Ciceroni, centinaia di studenti del Polo Carlo Urbani di Porto Sant'Elpidio, dei licei scientifici di Montegiorgio e Fermo, dell'Istituto Comprensivo di Monterubbiano e delle scuole secondarie di primo grado di Campofilone, Pedaso e Altidona. Le professoresse Annalinda Pasquali e Desirée Roso, presenti alla conferenza, sono la testimonianza del valore formativo dell'esperienza: «Non si tratta solo di accompagnare i visitatori, ma di appropriarsi di una narrazione, di sentirsi custodi di qualcosa che ci appartiene».
E proprio il tema della custodia attraversa come un filo rosso l'intera iniziativa. Non a caso, alla presentazione è stato ufficialmente annunciato il neonato Gruppo FAI Giovani di Fermo, guidato da Tommaso Marziali: un segnale che la tutela del patrimonio può e deve coinvolgere le nuove generazioni, non come imposizione ma come scoperta di un'appartenenza.
«Questo è l'antidoto alla dispersione», ha concluso Petrocchi, indicando le finestre del Palazzo che si aprono sul profilo dolce delle colline fermane. «Sapere cosa siamo stati per capire chi possiamo diventare».
Le Giornate FAI d'Autunno si svolgeranno sabato 11 e domenica 12 ottobre. Informazioni su orari e modalità di visita sono disponibili sul sito www.fondoambiente.it.
L’Archivio fotografico di Altidona aperto per le Giornate FAI d’Autunno
Nell’ambito delle ormai tradizionali Giornate FAI d’Autunno, anche la Fototeca provinciale di Fermo, gestita da Altidona Belvedere, aprirà le porte per accogliere i tanti visitatori che parteciperanno all’iniziativa, nelle giornate di sabato 11 ottobre (dalle 15:00 alle 18:00) e domenica 12 ottobre 2025 (dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00).
Nelle Giornate Fai d’Autunno, tutto il borgo di Altidona costituirà meta di visita, in qualità di splendido gioiello storico-architettonico nella nostra Regione, ma oltre a tutto ciò, la visita alla Fototeca sarà una ulteriore nota di valore e ricchezza culturale per i visitatori.
Tutti potranno apprezzare il lavoro di selezione, digitalizzazione e archiviazione del prezioso tesoro di immagini - oltre un milione e 300.000 scatti - di cui la Fototeca di Altidona è custode e divulgatrice attraverso mostre e pubblicazioni realizzate da decenni.
Tra gli archivi custoditi spicca senz’altro quello costituito dall’immenso patrimonio di immagini proprio alla Fototeca di Altidona da Mario Dondero, tra i più grandi fotoreporter del ‘900 e di cui i visitatori potranno vedere alcune immagini (anche inedite) oltre a diverse pubblicazioni a lui dedicate.
Un appuntamento da non mancare che, grazie alle Giornate FAI d’Autunno, porta a conoscenza di un vasto pubblico un patrimonio culturale di valore assoluto.