La presentazione delle "scontafavole" di Elena Belmontesi a Smerillo il 12 agosto

SMERILLO - Un titolo che richiama un tempo che non c’è più, una parola antica e ormai dimenticata, quella che usavano le nonne per chiamare i bambini davanti al caminetto, nelle sere invernali: “vieni qui che ti racconto una scontafavola!”. Una parola che ha origine, probabilmente da “conta favole”, il cantastorie che girava per i paesi a narrare favole e racconti e che, con l’andar del tempo ha cambiato caratteristica trasformandosi da agente (chi racconta) a oggetto (storia, favola, narrazione). Un titolo impegnativo per un libro che sa di passato. Una raccolta di storie classiche dei nostri luoghi e di racconti popolari.

La presentazione, moderata dal direttore artistico del festival Le Parole della Montagna, dott.ssa Simonetta Paradisi, avverrà venerdì (e non poteva essere scelto giorno diverso!) 12 agosto a Smerillo, nel magnifico sfondo del Parco della Fessa, con un panorama che abbraccia il fermano ed il maceratese, dai monti al mare, interverrà con le sue musiche sibilline Maurizio Serafini che accompagnerà le riflessioni e le letture dei brani tratti dal libro.

Racconti di streghe, di lupi mannari, di figure spaventose e fantastiche, storie di fate, della Sibilla, del lago di Pilato raccolte tutte insieme per il piacere di grandi e piccini. Si, proprio per i bambini. Perché queste erano le storie che si raccontavano a loro quando ancora si poteva parlare con i bambini di morte, della paura di crescere, di abbandono. Quando i bambini dovevano fare i conti, già in tenera età, con la vita vera, quella che riserva spesso sorprese poco piacevoli, dolori, e che non sempre fa incontrare il principe azzurro. Racconti diretti a quei bambini che, per interesse naturale, si avvicinano ai racconti di paura che permettono loro di dare voce, immagini e dimensioni a quelle paure che normalmente vivono nella mente e nell’animo dei fanciulli e che gli adulti spesso tendono a cancellare e ad ignorare per la difficoltà ad affrontare certi argomenti. Un libro da leggere insieme, grandi e piccini, e che offre numerosi spunti di riflessione. Per facilitare il compito, alla fine di ogni storia, una pagina bianca per elaborare, attraverso le parole o le immagini, le paure che le storie hanno risvegliato.

E’ questo il nocciolo della questione: parliamo ai bambini anche delle cose brutte e tristi e in questo modo forniremo loro gli strumenti per fronteggiare le paure.

I racconti popolari sono ambientati a Smerillo, perché nell’essere tramandati da una generazione all’altra hanno assunto una collocazione spaziale precisa e definita ed è proprio in questo piccolo borgo al limitare del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che sono stati raccolti e trascritti grazie alle testimonianze dirette di alcuni anziani o dei nipoti a cui venivano narrate le storie. Elena Belmontesi ha raccolto e ascoltato i racconti e li ha cuciti insieme, ha tessuto una trama per quelle storie che risultavano frastagliate e ha smorzato qualche finale. La sua scrittura a favore dei bambini l’ha portata anche a semplificare un racconto antico dal linguaggio complesso come “Il Paradiso della Regina Sibilla” di Antoine de la Sale rendendolo accessibile a tutti perché “il Regno della Sibilla deve far sognare anche i bambini di oggi”.

Le illustrazioni sono di Marco Salusti, pittore e restauratore di Smerillo che, per l’occasione, ha utilizzato una tecnica coloristica che ricorda gli illustratori francesi dell’800 ma con un tratto onirico, sognante, e a tratti ironico, influenzato dal cinema e dal fumetto contemporaneo.

Il libro è impreziosito dalla prefazione del professor Cesare Catà, filosofo e scrittore.

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