Nuovo, appassionante, micro micro racconto, genere letterario che l'autore Sergio Soldani presenta nel Corriere News:
"Erano fidanzati da circa due anni, ambedue cinquantenni, sapevano che forse la loro unione sarebbe stata l’ultima “seria” della loro esistenza. Sapevano ambedue che il loro perfezionismo aveva compromesso ogni speranza di vita di coppia con un’altra persona e questa volta si erano ripromessi di costruire un rapporto basato sulla reciproca pazienza, ma questo è assai difficile e nonostante il cocente amore che provavano l’una per l’altro, si accorsero di litigare troppo spesso. Decisero di parlare attentamente del problema e accadde, nel soggiorno della casa di Eleonora, così si chiamava lei. Lui, Francesco, arrivò puntuale nel primo pomeriggio, alle 15, durante una giornata piovosa di novembre. “Ci prepariamo un caffè?”, domandò la donna. “Perché no?”, replicò l’uomo che volle cominciare subito il confronto, forse con troppa aggressività, iniziando le argomentazioni sempre con la tediosa affermazione, il senso delle tue azioni, nei miei confronti, il senso delle tue azioni verso il lavoro che facciamo, il senso delle tue azioni considerate le nostre posizioni politiche non proprio identiche… Eleonora capì che probabilmente così sarebbe scoppiato un nuovo sconvolgente litigio, fortunatamente suonò il campanello di casa . Era suo nipote Luciano, il figlio di sua sorella Beatrice . “Ma che bella sorpresa - esclamò lei - mettiti al nostro tavolo che c’è un caffè anche per te!”.
Luciano aveva ventisette anni, ingegnere informatico, lavorava per una ditta di pellame per abbigliamento... italo-russa, che aveva sede proprio a Roma come a Mosca e stava nel quartiere Prati della capitale a cinque minuti di cammino dall’abitazione di sua zia, non si azzardava a raggiungere i suoi genitori che risiedevano al Tuscolano. Francesco con squisita gentilezza si rivolse al ragazzo, dicendogli che era arrivato a esaltanti risultati nello studio, con il lavoro era uno dei pochi a dimostrarsi maturo più di un uomo adulto e sua zia parlava spesso di questo nipote speciale, descrivendo nel dettaglio le sue qualità. “Ma non sai - irruppe Eleonora - che questo giovane è fidanzato con la bella Michela... Descrivicela avanti!”. Luciano per niente imbarazzato si apprestò: “Michela è l’evento più importante della mia vita, preferirei esser morto piuttosto che non averla mai incontrata, spesso convivo per lunghi periodi con lei a casa sua, ho capito che al primo posto assieme al fedele amore ci sono la pazienza, la tolleranza. Quando subisco provocazioni, io conto sempre fino a venti prima di rischiare di dare una brusca risposta e lei mi ripaga capendo il mio immane sforzo; vorrei sposarla adesso ma sarebbe meglio farlo al compimento dei miei trent’anni, la tenerezza che mi ispira è infinita e sulla tenerezza vorrò basare il futuro rapporto con lei”. Francesco esclamò a voce molto alta e con stupore: “Ahh!!!” , e la storia dei maturi innamorati proseguì da allora con maggiore scorrevolezza, non senza qualche occasionale screzio, ma evitarono con solerte impegno incomprensioni fatali o definitive".