Armata di Pentecoste e Sciò la Pica, a Monterubbiano un emozionante viaggio nella storia

MONTERUBBIANO - Quando la primavera è al culmine, nel giorno della Pentecoste, prende vita a Monterubbiano la Rievocazione storica della “Sciò la Pica”. Parliamo di un antichissimo rito che trae le sue origini dai rituali delle Primavere Sacre (Ver Sacrum) in cui gli antichi celebravano la trasmigrazione fatta per voto agli dei di una popolazione sabina che, partita dalla conca reatina, si insediò nel Piceno guidata dal volo del Picchio (Pica). Durante queste festività i Piceni onoravano l'uccello sacro che, secondo la tradizione, li aveva condotti nelle nostre zone. Nel Medioevo a questo culto pagano si è sovrapposta una festa religiosa in onore della Madonna del Soccorso che aveva liberato i Monterubbianesi da una tirannia in un giorno di Pentecoste, per questo fecero voto di celebrare ogni anno, in perpetuo, quella data.

Pertanto, sono due gli aspetti della rievocazione: da una parte il gruppo dei "Guazzarò" e la pianta di ciliegio a cui è appeso il picchio, che ricorda il nucleo più antico risalente alla Primavera Sacra; dall'altra la sfilata in costume con le Corporazioni di arti e mestieri tipiche dell'epoca medievale, l'Armata di Pentecoste, l'offerta dei ceri alla Madonna e la conclusiva spettacolare giostra dell'anello.

Quest’anno l’inizio dei festeggiamenti avrà luogo sabato 27 maggio con tante iniziative, tra cui la presentazione del progetto Rinascimento 4.0, la lettura del Bando della Festa dell’Armata di Pentecoste per le vie del paese, la premiazione della corporazione vincente del 2022, lo spettacolo di musici e sbandieratori dell’Armata di Pentecoste e della scuola di danza Metamorfosi.

Domenica 28 maggio mattina sarà possibile assistere al suggestivo corteo storico dell’Armata di Pentecoste, con processione e offerta dei ceri delle Corporazioni alla SS. Maria del Soccorso. Di seguito un gruppo di zappaterra vestiti del tradizionale guazzarone, ripete l’antica costumanza scacciando la pica con una canna, da un albero di ciliegio tagliato per l'occasione alle prime luci dell’alba da alcuni giovani del paese; la pica, legata in antico con una corda al ramo dell’albero è oggi "gelosamente" custodita in una gabbia. Lo zappaterra che porta il ciliegio finge di piantarlo, mentre un compagno in atto di incalzarlo con la zappa va invece a rasentare le scarpe degli astanti; un terzo allora, al grido "sciò la pica" all’improvviso sbruffa sulla folla il vino attinto da una rituale borraccia ("lu trufu"). Cento volte il rituale si rinnova per le vie del paese e cento volte si ripetono le risa divertite della gente accorsa.

Nel pomeriggio poi si svolge l’avvincente Giostra dell’Anello tra le corporazioni di "Artisti", "Mulattieri", "Bifolchi", "Zappaterra"; l'atto conclusivo si tiene martedì 13 maggio con i pranzi delle Corporazioni e i Baccanali e giochi popolari al Giardino di San Rocco.

Devi effettuare il login per inviare commenti

Annunci

Vai all'inizio della pagina
Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione