Verde pubblico, un regolamento regionale ne uniforma la gestione

MARCHE - Anche se è passato un anno dall’approvazione, da parte della Regione, dello Schema di regolamento del verde urbano e rurale, sono ancora pochi i Comuni marchigiani che hanno fatto propria la normativa. “Il prossimo 7 agosto – spiega Marco Menghini, presidente dell’Ordine regionale dei Dottori Agronomi e Forestali – è la data fissata dalla Regione entro la quale i Comuni si dovranno adeguare. Ad oggi siamo parecchio indietro e molti Comuni, soprattutto i più piccoli, sanno poco o nulla a riguardo. C’è stato un problema di comunicazione da entrambe le parti, che ha portato a un netto ritardo nel recepimento del regolamento”.

Cosa accadrà ai Comuni che non si adegueranno in tempo? “Ancora non è chiaro. Non credo siano previste sanzioni, ma la Regione assicura che, entro due mesi dalla scadenza, solleciterà i Comuni che non si sono ancora adeguati a farlo”.

Il regolamento è arrivato dopo dieci anni di attesa, come lo giudica? “Positivo è il fatto che sia stato approvato subito dopo l’insediamento della nuova Amministrazione regionale. In realtà il documento era pronto da diversi anni, ma per motivi credo di ordine politico si è arenato. Nel complesso, il regolamento non è da buttare, però su alcuni punti è già superato, essendo stato recepito sulla base di uno schema vecchio. Penso ad esempio alla parte che riguarda la difesa delle piante e la lotta ai parassiti, dove ci sono riferimenti a normative che erano valide quando lo schema è stato elaborato ma non più adesso. Il problema è che, se i comuni adottano lo schema così com’è, adottano un regolamento in alcuni punti già vecchio. La Regione dovrebbe aggiornarlo, anche sotto la spinta degli addetti ai lavori”.

Molti Comuni hanno chiesto di intervenire sul regolamento, per renderlo più adattabile alle singole situazioni. “Gli aspetti essenziali non possono essere modificati, per altri è possibile apportare modifiche, purché restrittive rispetto al regolamento. E’ qui che entra in gioco la figura del dottore agronomo e forestale che può fungere da supporto ai Comuni, consigliando caso per caso i punti da modificare e supportando la progettazione e la gestione del verde”.

Guardandosi intorno, ci si accorge di come sia diverso il modo di trattare il verde da Comune a Comune o da zona a zona di uno stesso Comune. “Non esiste un obbligo per i Comuni di avere cura del verde, ma esiste un obbligo di sicurezza pubblica che impone di mantenere le aree pubbliche in buono stato. Il decoro dipende dalle singole Amministrazioni e dai fondi che hanno a disposizione. Di solito Comuni più grandi non hanno particolari problemi perché possono disporre di somme sufficienti. Stesso discorso per quelli più piccoli che devono occuparsi di aree limitate. Il problema riguarda soprattutto quelli medio-grandi. In generale, i parchi e i giardini marchigiani sono messi bene. Certo, si può fare di meglio e questo dipenderà dall’adozione dello schema di regolamento e dalle somme che i Comuni decideranno di destinare al verde”.


Francesca Pas
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