PORTO SANT'ELPIDIO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento delle indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che gli investigatori della Squadra Mobile, martedì 19 agosto, durante un servizio dedicato alla prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti a Porto Sant’Elpidio, hanno tratto in arresto un venticinquenne tunisino.
Nella circostanza, a seguito di numerose segnalazioni ricevute in Questura circa la presenza di soggetti nordafricani dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in un vicolo pedonale della zona, gli investigatori, verso le 23.00, transitando lungo via S. Giovanni Bosco, notavano due ragazzi seduti su un muretto, uno con un casco bianco in mano e l’altro con un marsupio nero a tracolla. Quest’ultimo, conosciuto dagli agenti poiché già a luglio è stato denunciato per spaccio e possesso di armi ed oggetti atti ad offendere.
Pertanto gli operatori, prima della mezzanotte, circondavano la via e si avvicinavano a piedi ai soggetti. Il tunisino, ormai frequentatore “speciale” degli uffici della Questura, riconosceva subito gli agenti, nonostante indossassero abiti civili e, pensando di cavarsela, iniziava a correre velocemente in direzione opposta. L’uomo, vedendosi anche lì la via bloccata da altri poliziotti, si intrufolava all’interno di un’area verde adiacente il passaggio pedonale e si disfaceva di oggetti che aveva in tasca, lanciandoli. Un poliziotto riusciva a raggiungerlo e a fermarlo, ma il tunisino, nel tentativo di liberarsi e darsi alla fuga, lo colpiva con calci e pugni. Da qui ne nasceva una violenta colluttazione, durante la quale i due cadevano rovinosamente per un’altezza di circa due metri all’interno di un giardino di un’abitazione, infrangendo la recinzione in ferro e legno che ne delimita la proprietà.
Dopo la violenta caduta, il tunisino continuava nella sua azione violenta continuando a colpire con calci e pugni l’agente e, solo con l’intervento in ausilio di altri colleghi, si riusciva a contenere la violenza del soggetto.
Quest’ultimo, perquisito sul posto, occultava un sacchettino contenente 5 involucri termosaldati contenenti sostanza granulosa colore avana che, successivamente analizzata dalla Polizia Scientifica, si appurava essere eroina e, all’interno della custodia del telefono cellulare, veniva rinvenuta una lametta da cutter di 8 centimetri. L’altro ragazzo, invece, non aveva opposto resistenza e rimaneva seduto sul muretto. Una volta identificato risultava anch’esso un tunisino di 27 anni che dichiarava agli agenti di essere un amico del connazionale in fuga e di avere in tasca una grande somma di denaro, ovvero 1.460 euro, che a suo dire gli era stata regalata da suo cugino per pagare l’affitto.
Mentre i due fermati venivano accompagnati in Questura, altri agenti rimanevano sul posto per ricercare gli oggetti poco prima lanciati. Infatti, i poliziotti, mentre si trovavano nel giardino della proprietaria di casa per verificare il danno subito alla propria recinzione, rinvenivano, sotto i rottami, il marsupio precedentemente lanciato. All’interno dello stesso venivano rinvenuti circa 200 euro in banconote di piccolo taglio e una pistola “BRUNI modello 84 cal.9 PAK” di colore nero, completa di caricatore inserito e contenente, al suo interno, 4 cartucce cal. 7,65.
A seguito di quanto successo, il poliziotto ferito veniva accompagnato al pronto soccorso per le ferite riportate, mentre il ventisettenne tunisino veniva rilasciato e gli veniva riconsegnata la somma di denaro.
Il violento tunisino invece, veniva tratto in arresto per detenzione di arma clandestina, per spaccio e aggressione a Pubblico Ufficiale.
Avvisata l’Autorità Giudiziaria, ne disponeva la traduzione in carcere in attesa di giudizio di convalida.