CAMPIGLIONE DI FERMO - “Tomica e le vie segrete della Sibilla” è un documentario che racconta la storia alpinistica dei Monti Sibillini. Prendendo spunto dalla prima ripetizione in libera della sua via di arrampicata sportiva più impegnativa - Tomica - affacciata sui laghi di Pilato, nel cuore del Parco Nazionale, il film segue le mosse di Gabriele, giovane alpinista cresciuto nel mito di un percorso leggendario e inviolato: i tentativi, le salite sui sentieri, le notti in bivacco, fino alla catartica liberazione della via.
Un filo rosso che si intreccia con le storie dei vecchi e dei nuovi protagonisti di queste montagne, da sempre portatrici di un’aura di mistero e in costante, per quanto spesso tragico, cambiamento.
Un film di Andrea Frenguelli che media tra diverse forme di racconto documentari, e che il CAI di Fermo ha voluto inserire nella rassegna "Suoni immagini & pagine di montagna". La proiezione si terra venerdì 30 giugno, a partire dalle ore 21, al Cinema Multiplex di Campiglione di Fermo (prenotazione obbligatoria per tutti entro domenica 25 giugno / posti limitati / WhatsApp 3393066070).
“I Monti Sibillini - si legge nelle note di regia - sono terra di pastori e di negromanti, di magia e di leggende, capace di regalare infinita bellezza nel suo paesaggio ma anche immani tragedie naturali. Un terreno ideale per una ricerca narrativa ma talmente tanto denso di significanti da lasciare a volte smarriti. In questo senso, raccontare i Sibillini attraverso la loro storia alpinistica, tenendo ben a fuoco le evoluzioni dell’arrampicata, rappresenta un motore narrativo prezioso e ideale.
Tomica e le vie segrete della Sibilla non tratta solo la salita in arrampicata libera di una via difficile in ambiente, né si limita ad una lista asettica di personaggi del passato, ma è anche l’occasione per descrivere una terra che negli ultimi decenni ha vissuto cambiamenti epocali, sia dal punto di vista ambientale che antropologico.
La più fragorosa manifestazione naturale dei monti Sibillini è ovviamente il terremoto, una forza capace di cambiare la sociologia di un intero territorio ma anche di plasmare le montagne.
Dopo i terremoti del 2016/2017, si può dire che buona parte della storia alpinistica dei Sibillini vada riscritta, un cambiamento amaro ma non necessariamente negativo.
Un altro dato ambientale è la scomparsa del ghiaccio: i Sibillini esprimevano la loro più sincera bellezza alpinistica nelle vie invernali, quando si formavano vere e proprie cascate, ormai scomparse a causa dei cambiamenti climatici.
Resta intatto, invece, il fascino del suo tormentato paesaggio: inserito all’interno del contesto del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Gendarme di Pizzo del Diavolo rappresenta uno dei siti più spettacolari di queste montagne. Il film è occasione di assoluta valorizzazione per i luoghi attraversati, che sono concretamente protagonisti del film, promuovendone una fruizione lenta e a misura d’ambiente, nonché raccontando un lato della loro storia sconosciuto ai più”.