La squadra mobile denuncia due stranieri per ricettazione ed indebito utilizzo di carte di credito

FERMO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che la Squadra Mobile ha portato a termine un’altra indagine per i reati connessi al furto ed all’indebito utilizzo di carte di pagamento.

La vicenda ha avuto inizio nel pomeriggio di alcuni giorni fa quando un giovane fermano, tornato a riprendere la propria autovettura, si è accorto che ignoti avevano prelevato dall’abitacolo alcuni oggetti tra i quali un giubbotto ed un borsello portadocumenti contenente, tra l’altro, alcune carte di pagamento.

La sala operativa della Questura, ricevuta la richiesta di intervento, ha inviato una Volante sul posto ed i poliziotti hanno acquisito i primi vaghi elementi del fatto-reato.

Nel frattempo sul cellulare del derubato sono arrivati, nell’arco temporale di circa 20 minuti i messaggi degli istituti bancari emittenti le carte, relativi a pagamenti effettuati dagli attuali detentori delle stesse. Fortunatamente nel borsello non c’erano foglietti con il PIN per l’utilizzo delle carte e pertanto gli ignoti malfattori si sono dovuti accontentare di piccoli, anche se numerosi, acquisti di poco valore con il limite dei 50 euro del sistema contactless, aggiornato a quella cifra dal gennaio dello scorso anno.

Pacchetti di sigaretti, alcuni generi alimentari, qualche birra, una bottiglia di superalcolico, spese calibrate in base alla predetta disponibilità economica delle carte, utilizzate a rotazione ed in esercizi pubblici nelle immediate vicinanze del luogo del furto al fine di consentire gli indebiti acquisti prima che il legittimo proprietario effettuasse il blocco delle tessere.

Ma l’acquisto diretto, per sua stessa natura, comporta la presenza del cliente ed ormai, per motivi di sicurezza, quasi ogni esercizio commerciale ha un impianto di videosorveglianza che consente di individuare ogni fase delle transazioni.

Così gli investigatori della Squadra Mobile si sono messi subito sulle tracce degli acquirenti, analizzando le immagini registrate che hanno riportato la loro fisionomia ed il loro abbigliamento. Ne sono emersi i volti e le caratteristiche somatiche di due cittadini nordafricani gravitanti nel quartiere di Lido Tre Archi, noti per i loro precedenti per reati predatori, uno dei quali indossava, sopra un altro giubbino, il capo di abbigliamento di pregio sottratto dalla vettura violata mentre l’altro, a tracolla, aveva il borsello di pelle rubato.

Tecnica ormai consueta; entra uno dei due soggetti nel negozio, sceglie la merce con valore complessivo compatibile con la somma massima spendibile, paga alla cassa e si allontana velocemente atteso all’esterno dal complice che svolge la funzione di palo e sentinella in caso di arrivo di equipaggi delle Forze di polizia ma anche attento e pronto ad entrare nel caso vi siano problemi in occasione del pagamento, come, ad esempio, la richiesta dell’esercente di esibire un documento per confrontarlo con il nominativo riportato sulla carta di pagamento.

Se poi serve qualche altro oggetto, si torna nel negozio e si fa un altro acquisto nei limiti previsti.

Ma dopo l’intervento della Volante il “gioco” per loro è finito con il blocco delle carte.

I due soggetti identificati, per i quali non si può legalmente configurare la responsabilità per il reato di furto, sono stati denunciati per quelli di ricettazione e di indebito utilizzo di carte di pagamento.

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