Emergenza Covid 19, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro fa il punto della situazione

FERMO – Il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, chiama a raccolta la stampa per fare il punto della situazione in questa delicata fase legata al Covid 19, nella quale si sta passando dall'emergenza sanitaria a quella, purtroppo, socioeconomica. “In città abbiamo circa 43 positivi, nelle scorse settimane siamo arrivati a 130, il calo è evidente e nuovi positivi non si registrano da vari giorni – spiega il primo cittadino -. Il sistema sanitario ha retto, le varie metodologie di intervento si stanno rivelando efficaci, compreso il servizio di "drive through", la possibilità, cioè, di effettuare il tampone direttamente in auto, recandosi presso un luogo a ciò destinato, indicato dal medico di famiglia. Restando in ambito sanitario, la Farmacia comunale vende da qualche giorno le mascherine al prezzo calmierato di 50 centesimi. Nella prima settimana ne sono state vendute ben 4.000, un servizio importante per la città che si completa con il servizio di consegna a domicilio per chi non può muoversi, contattando la Protezione Civile allo 0734.225675.

A fronte di questa situazione che sta migliorando, stanno ripartendo molti lavori pubblici importanti. Lo scorso week end è andato bene, la comunità è stata attenta, nonostante qualche eccesso, ma si è avvertito un senso di responsabilità diffuso in tutto il territorio comunale. A tal proposito stiamo valutando l'apertura pedonale del lungomare di Lido di Fermo dal prossimo sabato, per diluire la presenza ed evitare i contatti ravvicinati”.

Economia e sociale, settori che stanno soffrendo molto... “Tre sono i campi di azione su cui lavoriamo: la prima fase che abbiamo sviluppato ha riguardato e riguarda il sistema di prevenzione sanitaria, poi si passa al supporto relativo al disagio sociale (in un mese e mezzo stiamo distribuendo mezzo milione di supporti ad un'ampia fascia di popolazione), la terza cosa è pensare a come vivere in questa situazione: vivere è economia, non possiamo permetterci di trovarci impreparati. Parliamo di economia delle persone. Ci dobbiamo muovere parallelamente in queste tre direzioni. Certo, i lavori pubblici non sono la priorità durante la fase emergenziale, ma si tratta di economia della città. Le ditte che lavorano sulle strade vanno a prendere l'asporto in locali che riaprono: vivere in sicurezza ma vivere. Pensiamo a ristorazione, bar, comparto turistico. Che facciamo? Gli diciamo di non fare niente da qui a data da destinarsi?"

A breve varie realtà imprenditoriali avranno la possibilità di riaprire "Si ma molte sono e saranno in difficoltà, ecco perché invito i cittadini a scegliere gli esercenti del territorio. Facciamoci sostenitori di un sistema virtuoso, aiutiamo i nostri vicini. Quello che è veramente difficile da digerire è il ritardo del pagamento della cassa integrazione ai lavoratori: il nostro compito, come Comune, è di supportare le famiglie momentaneamente in difficoltà, ma ora, con tanti cassaintegrati che non percepiscono reddito da tempo, la platea si allarga. I numeri sono chiari e impietosi: nella prima fase i bonus spesa sono stati consegnati: il 12,2% a chi aveva attività commerciali chiuse; il 31,15% a lavoratori in cassa integrazione, il 27% a disoccupati e inoccupati senza sussidio, il 17,6% a disoccupati con Naspi o altro sostegno, il resto a lavoratori autonomi fermi. Tanta di questa gente prima non versava in situazioni di indigenza, ecco perché lo stato deve sbloccare la cassa integrazione, la burocrazia va snellita in fretta, è fondamentale, anche perché, dovendo ancora sostenere chi doveva percepire il ristoro dalla Cig, riduciamo inevitabilmente la lunghezza degli interventi per le altre categorie. Sono numeri reali e pesanti - continua Calcinaro - e questo porta ad un altro problema, economico, che si accavalla a quello sociale: se non hai i soldi per acquistare, il circolo virtuoso comunitario di cui parlavo prima, con sostegno alle imprese locali, non si crea. La situazione non è facile, ma la burocrazia sta imperando in questo Paese in un momento di emergenza unica, questo è inaccettabile”.

Un ultimo passaggio sulla futura tornata elettorale che coinvolgerà anche il Comune di Fermo: “Al momento non mi interessa, l'importante è che ci permettano di continuare a fare i sindaci, non gli esattori. Devono uscire delle misure di sostegno reali per i Comuni, sennò non vale la pena ricandidarsi. Io voglio fare il sindaco tra la gente e per la gente, altrimenti non mi interessa”.

Quando votare? “Quando siamo sicuri. Le condizioni medico sanitarie, questo dovrà essere l'unico orientamento. Una cosa è certa, qualunque sarà la data scelta le Regionali dovranno andare con le Comunali. Dividerle sarebbe una vergogna, la politica passerebbe sopra alle persone”.

Alessandro Sabbatini

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