La discarica diventa un bambuseto

GROTTAZZOLINA - Bisognerà aspettare quattro o cinque anni per vedere i primi frutti. Il progetto però c'è, è innovativo e promette di avere importanti ricadute economiche e non solo. E' stato firmato stamattina l'accordo tra il Comune di Grottazzolina e la cooperativa Eurobambù di Grottammare per la gestione dell'ex discarica di Montebello.

Chiusa da circa quindici anni, l'area si estende per quattro ettari, uno dei quali sarà adibito alla coltivazione di bambù. L'idea è venuta ad una cooperativa agricola che avrà il terreno in comodato per trent'anni, alla scadenza dei quali usufruirà di un diritto di prelazione sulla gestione.

Quello di Grottazzolina è il primo esperimento di questo tipo in Europa, mentre in Cina e negli Stati Uniti sono pratiche abbastanza diffuse. La produzione sarà gestita dalla cooperativa, mentre al Comune spetterà il 30% degli utili. “La firma di oggi – spiega il sindaco di Grottazzolina Remola Farina – si pone in continuità con quanto messo in pratica finora dall'amministrazione comunale in ambito di attenzione all'ambiente: penso alla raccolta differenziata, per la quale siamo entrati a far parte dei Comuni ricicloni e alla sostituzione dell'illuminazione pubblica tradizionale con lampade a led”.

Puntando molto sulla tutela ambientale, Grottazzolina ha aderito al Patto dei Sindaci, un'iniziativa della Comunità Europea per sensibilizzare gli enti locali sulle tematiche ambientali. La piantumazione di bambù nell'ex discarica va proprio in questa direzione. Oltre a bonificare la zona – come spiegato dai soci della cooperativa – il bambù, che è una pianta abbastanza longeva (vive circa cento anni), facilmente adattabile e cresce velocemente, assorbe anidride carbonica in quantità maggiore rispetto ad altri alberi. Inoltre, assorbe l'acqua piovana, riducendo la produzione di percolato, mentre le sue radici, fissandosi al terreno, evitano frane e smottamenti.

Le piante impiegheranno dai quattro e i cinque anni a raggiungere la giusta maturità, dopodiché il raccolto sarà annuale. La produzione stimata è di circa 300 quintali, che porteranno nelle casse della cooperativa (e del Comune) dai 10 ai 40 mila euro l'anno. Molteplici gli utilizzi del bambù, “quasi 150 quelli industriali”, spiega la cooperativa. Oltre a mobili, carta e tessuti, viene utilizzato per produrre biomasse, ed è questo l'uso che se ne farà a Grottazzolina. “L'idea – spiegano i soci – è quella di creare un pelletticifio tra le province di Fermo e Ascoli, per trasformare il prodotto e venderlo sul mercato. In questo modo si riuscirà anche a dare nuovo lavoro a questo territorio”.


Francesca Pasquali

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