GROTTAZZOLINA - Lettera aperta del Prof. Elvezio Serena, già presidente di Italia Nostra, sezione del Fermano. "Domenica scorsa, 2 aprile, ho partecipato all'inaugurazione del nuovo Parco dell'ex Ferrovia Adriatico-Appennino, a Grottazzolina, dove sono ancora ben visibili le arcate del ponte in prossimità del fiume Tenna, secondo per importanza di tutta la linea di 57 km dopo quello di Servigliano.
E' stato un pomeriggio veramente piacevole, con possibilità di seguire dei percorsi naturalistici lungo il fiume, comodi e sicuri. Dal sito, dirigendosi verso l'interno, è possibile raggiungere a piedi, in bicicletta o a cavallo la zona di Belmonte Piceno, mentre verso mare ci si può dirigere verso le località Papa Giovanni e Capparuccia.
Ho riscontrato la partecipazione di molta la gente del posto, ma anche proveniente da fuori provincia, a dimostrazione che un buon progetto richiama centinaia di persone che, complice anche il discreto tempo, hanno potuto trascorrere una giornata all'insegna dell'ambiente e dell'amicizia.
Grazie all'Associazione di Promozione Sociale "Girovagando Grotta", presieduta da Andrea Ercoli, che si è avvalsa del patrocinio del Comune di Grottazzolina guidato dal sindaco Alberto Antognozzi, e della partecipazione di privati, si è potuto concretizzare un progetto che deve essere di esempio per tutti i restanti comuni della Valtenna un tempo attraversati dalla ferrovia.
Sono state tolte le erbacce che avvolgevano i resti del ponte (vedi foto allegate che ho scattato nel 1996), è stata creata un'area pic-nic, sono stati installati numerosi tabelloni che indicano la storia e le caratteristiche della linea ferroviaria a binario singolo e scartamento ridotto Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola, attiva con trazione a vapore nel 1908, elettrificata nel 1928, cessata nel 1956.
E' il primo Parco dedicato alla rimpianta linea ferroviaria. Un museo a cielo aperto, dove le didascalie delle immagini d'epoca e dei documenti riprodotti su grandi tabelloni sono perfino scritte in inglese, in modo da facilitare le visite di stranieri.
Da tempo sottolineo la necessità di far conoscere e riconoscere la strada ferrata con semplici operazioni, come quella di togliere le erbacce dai ponti e viadotti. Intervento che ogni comune può fare in proprio e a costo ridotto, in modo che le tracce siano visibili dalla strada provinciale.
Il viaggiatore (ciclista, turista, residente), anche in auto, che percorre la Faleriense fino ad Amandola, può accorgersi dei resti di questa importante opera, realizzata dal grande tecnico milanese Ernesto Besenzanica.
Da questa scoperta o riscoperta possono nascere interessi e comportamenti per frequentare, con rispetto e in mobilità dolce, la zona interna delle Province di Fermo, Macerata e Ascoli Piceno. Con le piccole stazioni già recuperate e riutilizzate si potrebbe creare un "Itinerario Museale diffuso", dal mare ai Sibillini: ogni comune trarrebbe benefici perchè inserito nel percorso della vecchia ferrovia.
La frequentazione del sito potrà essere occasione per le scuole della Provincia di Fermo, e non solo, di conoscere, studiare e apprezzare una storia nata nel lontano 1877 con la prima delibera del Comune di Fermo per realizzare un collegamento ferroviario con la linea adriatica, che torna d'attualità con la crisi energetica e la transizione ecologica.
Per realizzare questo bel progetto, che ha come pretesto i ruderi dei ponti abbandonati della vecchia ferrovia, ci sono voluti alcuni ingredienti fondamentali: l'entusiasmo dei volontari dell'Associazione, la disponibilità del proprietario dell'area, la collaborazione del Comune e di alcuni imprenditori" conclude Serena.
Elvezio Serena